Proprio come accade per gli esseri umani, anche le intelligente artificiali hanno bisogno di riposare, lo svela la scienza: per quale motivo devono dormire.
Per qualunque persona sarebbe impensabile trascorrere più di una giornata senza alcune ore dedicate al riposo. Probabilmente alcuni ci riescono, arrivando allo stremo delle proprie forze anche per 24 ore di seguito, ma è praticamente impossibile per gli esseri umani non dormire. Questo perché un buon sonno rappresenta la conclusione perfetta di una giornata, un momento durante il quale si ripercorrono e si custodiscono i ricordi e le esperienze apprese.
Ebbene potrebbe sembrare assurdo, ma anche la tecnologia alcune volte ha bisogno di “riposare”, soprattutto se si parla di intelligenze artificiali. Ne siamo ormai costantemente circondati e fanno parte delle nostre vite, ci aiutano nel gestire i compiti della giornata, svolgendo diverse funzioni. Basta pensare ai dispositivi Amazon dotati di Alexa, o alle altre IA inserite all’interno dei nostri telefoni.
Certamente, non si può arrivare a pensare che corrispondano al cervello umano, eppure certe similitudini ci sono. A rintracciarle è stato il team di studiosi dell’Istituto di Informatica dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca, che ha affermato che il sonno ha un suo equivalente artificiale anche nelle IA, ed ha una funzione ben precisa e molto importante.
Nel particolare studio pubblicato su Plos Computational Biology, è stata rivelata un’affascinante realtà del mondo tecnologico. Il “sonno” delle intelligenze artificiali, secondo gli esperti, svolge la funzione di non far dimenticare le conoscenze che hanno appreso. Molte di esse, infatti, generalmente sono specializzate in alcuni compiti specifici, che ripetono nel tempo secondo uno speciale “addestramento”. Di norma esse sono in grado di gestire un set di informazioni alla volta, senza poterne aggiungere di successive con il rischio di perdere le precedenti. In questo si differenziano dal cervello umano, a cui invece basta osservare ed apprendere per accumulare ricordi.
Per imitare più possibile questo meccanismo, gli studiosi dell’Istituto della Repubblica Ceca, hanno costruito una rete neurale artificiale ispirata alle connessioni tra neuroni. In questo modo hanno verificato che, per far imparare un secondo compito all’intelligenza artificiale, senza far perdere quanto aveva appena appreso, bisognava inserire una fase di “sonno simulato“. Per fare ciò hanno ricreato l’attività disordinata delle cellule mentre dormiamo, insieme ad una serie di replay dei ricordi che avvengono nella nostra mente durante il sonno.
É stato notato, così, che il sonno simulato ha aiutato l’intelligenza artificiale a consolidare le conoscenze imparate nel primo compito, permettendogli di accumularne di nuove. Un riposino dunque, potrebbe diventare obbligatorio per tutte le IA, che diventeranno così sempre più efficienti ed in grado di accumulare conoscenze ed usarle per affrontare situazioni successive.