La Russia firma a tempo indeterminato una mossa che porterà seri danni anche al nostro paese, nonostante Nazioni Unite, Turchia e Ucraina cerchino di correre ai ripari: di cosa si tratta.
Dopo l’annuncio del Cremlino su un possente e “massiccio” attacco di droni alle navi situate presso la baia di Sebastopoli in Crimea, è arrivata la decisione che getta l’allarme anche in Italia. L’Ucraina rappresenta una delle fonti più importanti di esportazione del grano, con un quantitativo del 10% degli scambi mondiali. Fa tremare così, l’aumento dei prezzi di questa materia prima, le cui quotazioni salgono alle stelle proprio a causa della mossa della Russia.
Sempre più pesanti si fanno i timori di un vero e proprio blocco all’export del grano da parte del paese a cui la Russia ha dichiarato guerra, uno dei principali produttori di questo prezioso bene. “La chiusura dei corridoi di pace per l’export sconvolge il mercato con effetti sui prezzi e sugli approvvigionamenti alimentari nei Paesi ricchi e soprattutto in quelli poveri”, si legge in una nota di Coldiretti, mentre la tensione si fa sempre più alta.
La Russia, dal canto suo, ha annunciato di aver sospeso a tempo indeterminato la sua partecipazione all’intesa sull’esportazione, firmata lo scorso luglio in Turchia. Nonostante il ritiro però, Turchia e Ucraina sono giunte ad un accordo che consente a 12 navi ucraine di partire, come spiegato su Twitter dal ministro ucraino delle Infrastrutture, Oleksandr Kubrakov. “Oggi 12 navi hanno lasciato i porti ucraini. Le delegazioni dell’Onu e della Turchia hanno messo a disposizione dieci squadre di ispezione per controllare 40 navi al fine di soddisfare l’iniziativa sul grano del Mar Nero“, si legge nella nota. “Il piano di ispezione è stato accettato dalla delegazione ucraina. La delegazione russa è stata informata”, ha aggiunto ancora il ministro sui social.
Conseguenze per l’Italia dello stop al grano e provvedimenti
La decisione presa dalla Russia porta inevitabilmente a conseguenze preoccupanti anche per l’Italia. Nel nostro paese sono state interrotte, infatti, le spedizioni quantificate da Coldiretti in 1,2 miliardi di chicchi di mais destinati ad alimentazione del bestiame, olio di girasole e grano tenero. Interviene la Turchia che tramite il presidente Recep Tayyp Erdogan fa sapere di aver intenzione di far rispettare il patto di luglio. “Anche se la Russia è titubante perché non le sono state offerte le stesse agevolazioni, siamo determinati a continuare i nostri sforzi al servizio dell’umanità”, ha rassicurato il presidente.
Dopo la scelta di Mosca interviene anche il ministro dell’agricoltura francese Marc Fesneau, che ha da poco confermato di voler supportare l’iniziativa già lanciata dalla Polonia finalizzata ad aiutare ucraini e partner europei, assicurando la possibilità di attraversare le vie di terra se non si può attraversare il Mar Nero. Questo consentirà di distribuire il grano a chi ne ha bisogno con prezzi ragionevoli.