In arrivo col nuovo Governo anche le novità sul Canone Rai: dal prossimo anno cambia tutto, cosa succederà all’imposta e quali scossoni si devono aspettare gli italiani.
Il Canone Rai è senza dubbio una delle imposte più antipatiche agli italiani. Si tratta della tassa atta a pagare il servizio di televisione Rai e si differenzia in Ordinario e Speciale. Per fare chiarezza, il Canone Rai Ordinario riguarda la detenzione in ambito familiare e dunque all’interno di un’abitazione privata, di uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive.
Quello Speciale, invece, è riferito alla detenzione dell’apparecchio fuori dall’ambito familiare e all’interno di attività commerciali, con scopo di lucro diretto o indiretto. Da sempre gli italiani si sono industriati nel trovare degli escamotage per eludere il pagamento di questa imposta, che attualmente ammonta a 90 euro di base. Ed è così che l’evasione ha preso sempre più piede, ricadendo in trovate come l’intestazione dei dispositivi di ricezione ad un parente.
Proprio per contrastare questo fenomeno, il Governo Renzi adottò il pagamento in bolletta della luce, con una suddivisione di dieci rate mensili da 9 euro ciascuna, da gennaio ad ottobre. Ora, però, le cose stanno per cambiare ancora, ponendo i cittadini di fronte ad importanti novità. Innanzitutto, il Canone Rai uscirà ufficialmente dalla bolletta elettrica, a partire dal 2023.
Cosa succederà al Canone Rai: le ipotesi del nuovo Governo
Tra le varie incombenze, dunque, il nuovo Governo eletto lo scorso 25 settembre si troverà ad affrontare anche questa importante decisione. Cosa succederà a partire dal 2023 al Canone Rai? Quel che è certo, come anticipato poc’anzi, è che dovrà uscire dalla bolletta della luce, pertanto sarà necessario individuare un altro metodo efficace contro l’evasione, per poterlo pagare. Attualmente l’ipotesi che pare più accreditata è quella secondo cui il Canone Rai potrebbe sfruttare il Modello 730.
Le discussioni sul futuro dell’imposta portano alla luce anche il modello francese, dove la tassa corrispondente è stata prima cancellata per poi però essere inserita nella tassa patrimoniale sugli immobili. In Italia, però, al momento questa tassa non esiste, per cui si rivela necessario optare per altre scelte. Tra le varie ipotesi, si è giunti a valutare anche la possibilità di affidare i prelievi del Canone ad una società di recupero crediti.
Ad oggi, un’ulteriore opzione prevede inoltre la possibilità di far diventare la tassa di tipo regionale, proprio come per il bollo auto. Insomma, la decisione di eliminare dalla bolletta elettrica il Canone Rai porta con sé delle conseguenze non da poco. La scelta, tuttavia, si è resa necessaria per l’esecutivo al fine di adeguarsi alle teorie dell’UE, secondo cui l’imposta è considerata onere improprio, ossia non riferibile al consumo effettivo di energia elettrica.