Instagram e Facebook, il rischio è sempre più alto: è vietato e le conseguenze sono davvero pesantissime. C’è un precedente che spiega tutto
Si chiamano gli “haters“, gli odiatori seriali, coloro che sui social, in particolar modo Instagram e Facebook, ma anche Twitter, ci vanno giù duro con i commenti. Spesso sono anche denigratori, pesantemente offensivi, fino a far figurare il reato di diffamazione aggravata.
E il reato si profila anche quando chi riceve l’insulto non viene mai nominato apertamente ma è possibile ricondurre ad essi. Se, infatti, le ingiurie o, comunque, gli insulti, possono essere ricondotti ad una persona ben determinata, scatta il reato di diffamazione aggravata, anche se il nome in questione non viene mai scritto.
Già, ma come si fa ad intuire come sia proprio quella persona la destinataria dell’insulto? Si può ricavare, questo, anche dalla bacheca in cui il post è inserito. Sul sito “La legge per tutti“, è anche evidenziato un esempio molto chiaro ed esplicativo della questione.
Instagram e Facebook, la diffamazione e gli haters
Due donne sono state condannate dalla Corte di Cassazione per aver insultato in modo denigratorio una collega “nana“, riferito alla bassa statura di ella, pur senza alcuna citazione in merito. Ebbene, la condanna si è avuta con l’aggravante considerato il territorio in cui si è verificata ed una serie di ulteriori elementi.
Ed il reato di diffamazione aggravata è punibile sia con una sanzione pecuniaria che con la custodia cautelare. C’è infatti “da sei mesi a tre anni la reclusione” oltre ad una multa che non può essere inferiore a 516 euro.
Sono sempre più, d’altronde gli haters che sui social si scatenano, soprattutto per quanto riguarda i commenti nei confronti dei vip. I social sono diventati una sorta di zona franca e spesso, purtroppo, nemmeno è possibile risalire – se non dopo la denuncia – alla persona rea degli insulti perché nascosta dietro profili fake e nickname inventati.
E sono sempre più i protagonisti vip che hanno ammesso di essere vittima degli haters, anche attraverso messaggi privati inviati ad hoc affinché non possano essere letti da tutti. Un caso emblematico è quello riconducibile ai calciatori ed alle loro famiglie. Ma spesso i vip pubblicano appositamente i suddetti messaggi anche con un scopo sociale, “spingere” anche le persone comuni a denunciare il misfatto alle autorità competenti quando si è vittima di questi episodi.