Lite furibonda nel programma “L’aria che tira” di La7: volano gli stracci tra un giornalista ucraino e Vittorio Sgarbi. “Capra, capra, capra” ed il critico d’arte è demolito
Due settimane di guerra in Ucraina, con i negoziati di pace fin qui tutti andati a monte. La pace non si vede ancora, con la Russia che continua a bombardare ed assediare le città del Donbass ma anche la capitale, considerato come i carrarmati siano a poche decine di km da Kiev.
In un clima di fortissima tensione, che si ripercuote anche sulla vita di tutti i giorni di noi italiani, con rincari in ogni settore, soprattutto quello della benzina, inevitabile che il tema convogli su di sé tutte le attenzioni. D’altronde i politici di tutto il mondo continuano a riunirsi in summit virtuali ed in presenza allo scopo di trovare una soluzione di pace ed arrivare al “cessate il fuoco“.
Le sanzioni fin qui imposte dal mondo intero alla Russia non hanno sortito gli effetti sperati; o meglio, se Mosca sarebbe ad un passo dal default economico, Putin continua nella sua missione, con il rischio di terza guerra Mondiale fin qui sventato per la decisione di Nato, Usa ed Ue di non intervenire militarmente con le loro forze nel conflitto.
Sgarbi, il litigio con Maistrouk
Le trasmissioni italiane, dicevamo, pongono grande attenzione alla questione e sono continui i programmi sulla questione, dalla Rai a Mediaset. E naturalmente anche La7 non si è sottratta alla questione con puntate ad hoc di approfondimento delle produzioni più seguite.
E’ il caso di “L’aria che tira“, programma condotto da Myrta Merlino. In collegamento il giornalista ucraino Vladislav Maistrouk da Kiev e Vittorio Sgarbi. Tra i due ne è nata una litigata furiosa, con Maistrouk che ha utilizzato il termine “Capra, capra, capra” per nominare il critico d’arte.
“Sostengo che dire come sia possibile sacrificare una nazione per offrire ad un criminale di guerra come Putin una via d’uscita sia da canaglie” ha affermato Maistrouk nella discussione ricevendo di risposta un “Non l’ho detta” da Sgarbi, sempre più infervorato e deciso a far valere le sue ragioni.
Il punto di non ritorno era però stato raggiunto. “Quando ha parlato di arte con tanta ammirazione ho ascoltato Sgarbi ma sulla geopolitica” ha poi proseguito il giornalista che poi ha tirato fuori tutto il suo orgoglio ucraino, lo stesso del popolo impegnato nella resistenza e nella difesa del Paese.
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“Siamo al quindicesimo giorno, ci davate per spacciati, dal primo giorno sento questi discorsi ed invece anche grazie agli amici nel mondo stiamo resistendo” ha continuato per poi concludere con un “non accetto che per far uscire Putin dal vicolo cieco in cui è finito debba essere una vittima sacrificale“.