Paolo Villaggio oggi avrebbe compiuto 89 anni e non smette di mancarci. Ricordate quando Fantozzi provò persino l’ascesa in politica?
Paolo Villaggio si spense nel 2017, Fantozzi vive sempre in ognuno di noi. Anche se ci sembra difficile immaginarlo, Villaggio non fu solo un grande ed iconico attore. A Roma, nel 1987, tentò persino la carriera politica, debuttando nelle liste di Democrazia Proletaria. In quell’occasione, lo stupore e le critiche non mancarono e Villaggio cercò di spiegare le sue intenzioni e che nessun’altra scelta lo avrebbe reso più felice in quel momento. Tornava più volte ad affermare che, con la sua entrata in politica, non voleva certo essere il “clown Fantozzi” dal momento che in Parlamento di clown ce ne erano già tanti. Fantozzi spesso nei film era disonesto, mentre lui non sarebbe riuscito ad esserlo, soprattutto in un partito come il suo, considerato il più debole e povero di tutti gli altri.
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A chi gli chiedeva perché quel partito, Paolo rispondeva sapientemente: “Ho scelto invece Dp perché quell’anima francescana che abita con me ha deciso di venire allo scoperto e testimoniare. Testimoniare che in Italia se sei parte di una minoranza, se sei un handicappato, un tossicodipendente, uno sfruttato, hai una sola possibilità: il partito di Capanna. Gli altri si dicono cattolici, ma vivono pieni di egoismo e compromessi”.
Come finirono le elezioni? Villaggio fu il primo dei non eletti con le sue 7.997 preferenze. Cinque voti in meno rispetto al politico Franco Russo. Tornò a commentare il risultato, spiegando che si candidò principalmente per il suo amico Francesco Tibì, avvocato di Democrazia Proletaria, il quale gli aveva chiesto un aiuto all’interno del partito. Villaggio però non smise mai di essere attivo politicamente, nel 1994, si candidò alle elezioni politiche con la lista di Marco Pannella.
Fantozzi è la nostra cultura, sono le risate fatte con i nonni la domenica pomeriggio, ma Fantozzi è soprattutto l’immagine della nostra società, ancora oggi. Un mondo infernale, catastrofico, nevrotico, nel quale nessuno si preoccupa dell’altro. Una società che spesso non tutela chi ne fa parte. Come non ricordare le parole di Villaggio a questo proposito: “Il mondo è fatto per la maggior parte da persone che nella vita hanno fallito. Grazie a Fantozzi ho fatto in modo che alcuni neppure si accorgessero di essere nullità. O al limite ho fatto sì che non si sentissero soli.»