Detenuto uccide due pedofili in un carcere californiano. Condannato all’ergastolo per omicidio, ecco come si è giustificato per questo gesto.
Da questa settimana, negli States tutti gli occhi sono puntati sul California Substance Abuse Treatment Facility di Corcoran a causa del feroce fatto di cronaca consumatosi al suo interno. Qui, infatti, il detenuto Jonathan Watson, di 41 anni, ha compiuto un gesto estremo nei confronti di altri due prigionieri, David Bobb e Graham De Luis-Conti, rispettivamente di 48 e 26 anni.
I due hanno ricevuto la condanna all’ergastolo per aggressione sessuale aggravata ai danni di un minore di 14 anni, mentre Watson scontava la sua pena (l’ergastolo) per omicidio di primo grado. Schifato dall’orrendo crimine commesso dai due uomini, il quarantunenne ha deciso di agire e farsi giustizia da solo e ha raccontato quanto fatto attraverso una lettera pubblica per i giornali locali.
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Jonathan Watson ha deciso di punire a modo suo i due prigionieri pedofili con cui viveva nel carcere californiano prendendoli a bastonate. Il motivo scatenante di questo gesto è stato il profondo disagio che la vista quotidiana dei due detenuti gli provocava. Da qui sarebbe maturata la decisione di ammazzarli.
Nel documento scritto e poi divulgato, Watson racconta di aver usato il bastone di un altro detenuto per pestare i due lasciandoli in condizioni critiche. Entrambi sono morti nel giro di poche ore dopo l’arrivo dei soccorsi a causa delle ferite alla testa riportate. Bobb è morto durante il tragitto verso l’ospedale, De Luis-Conti invece è rimasto in coma tre giorni prima dell’effettivo decesso.
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Nessuna guardia penitenziaria si è accorta di quanto stava succedendo dentro la prigione, tanto che Watson ha confessato spontaneamente ciò che aveva fatto. Qui e nella lettera, l’ergastolano si è lasciato andare a dichiarazioni davvero forti, spiegando l’utilità del suo gesto e di come questo sia stato un favore per tutta la comunità.