Il caso Fedez, a distanza di alcune settimane, non si sgonfia e anzi continua a far discutere non poco. E’ arrivata la querela della Rai al rapper: l’annuncio e la sua reazione
Il Concertone del Primo maggio tiene ancora banco, e stavolta finisce in tribunale. Fedez chiamato in causa direttamente dalla Rai, che ha deciso di sporgere querela per diffamazione nei confronti del rapper. L’illecita diffusione dell’audio della telefonata non è piaciuta ai vertici del terzo canale. Ma lui, il marito di Chiara Ferragni, non si scompone. Ancora una volta va “orgogliosissimo a maggior ragione” di quello che ha fatto, tanto che lo rifarebbe altre mille volte.
Andiamo con ordine. A dare l’annuncio è Massimiliano Capitanio, deputato della Lega e capogruppo in vigilanza dell’azienda. “La Rai ha conferito mandato ai propri legali di procedere in sede penale nei confronti di Federico Leonardo Lucia”, per gli amici Fedez. Non solo, però, la diffusione della telefonata, ma anche “la diffamazione aggravata in danno alla società e di una sua dipendente”, sono tra gli estremi della querela. L’antefatto, comunque, lo si conosce. Dal palco del Concertone, il rapper voleva fare la sua arringa pro ddl Zan, sferrando qualche attacco alla Lega. Cosa che poi è avvenuta, ma qualcuno ha provato a tarpargli le ali. E lui non ci è stato: la sua reprimenda l’ha fatta, ma ha anche messo a nudo quanto è successo con i vertici Rai, motivo per cui ha scatenato le loro ire. Anche se, assicura il leghista, “non abbiamo sete di vendetta e ci siamo dichiarati disponibili ad accogliere la richiesta di venire in audizione in Vigilanza. Quella sera sono state fatte e dette cose troppo gravi, sarebbe offensivo del nostro ruolo fare finta di niente”.
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E ora Fedez. A parte quanto già detto, il rapper, in un lungo intervento sui social, si assume la responsabilità. E dice: “affronto le conseguenze, però bisognerebbe ricordare come si è comportata la tv di Stato in questa faccenda”. E lo fa, lo ricorda, e poi, anche il rapper, passa al contrattacco: “Sapete dov’è la differenza tra me e voi, amici della Rai? È che io la telefonata l’ho pubblicata mettendoci la faccia e pagando le conseguenze, voi, che mi avete registrato a vostra volta, dirigenti della tv di Stato, l’avete data ai giornalisti che devono coprire le loro fonti, a volte scoperto”. Continua ancora: spiega, argomenta, lancia qualche frecciatina, anche alla stampa italiana, e a Capitanio, ovviamente, chiamandolo “amico Fritz della Lega”.
Non sappiamo a che round siano arrivati, ma questo scontro, che dal ring del palco si è trasferito a quello del tribunale, non smetterà tanto presto di riservarci ganci e sinistri. Chi verrà steso al tappeto e chi vincerà al gong dell’arbitro?