Covid, il report americano conferma i sospetti: cos’hanno scoperto gli Usa

A più di un anno dall’inizio della pandemia da Covid, continuano ancora le indagini su come abbia avuto origine. Oggi dagli Usa è partita una notizia clamorosa

Tamponi covid
Infermieri alle prese con test per la rilevazione del covid (fonte: Getty Images)

La notizia arriva dal Wall Street Journal ed è stata già smentita dalla Cina. Il quotidiano finanziario americano ha rilanciato il contenuto di un dossier redatto dall’intelligence americana durante l’ultimo periodo dell’amministrazione Trump e fino a ora rimasto secretato.

Secondo il documento, a novembre del 2019 tre virologi di Wuhan si sarebbero avrebbero manifestato sintomi influenzali riconducibili a Sars-Cov-2. I tre avrebbero anche richiesto cure ospedaliere per guarire. Secondo gli Usa, questa notizia avvalorerebbe la tesi secondo cui il virus sarebbe sfuggito da uno dei laboratori della città epicentro della pandemia. Un’ipotesi che il ministro degli Esteri cinese ha già definito “non veritiera”, invitando gli americani “a chiudere con le teorie del complotto“.

Nel frattempo, il virologo americano Anthony Fauci si è espresso a riguardo, non citando direttamente il report dei servizi segreti, ma avvalorando la tesi secondo cui il virus non avrebbe origini naturali. “Penso che dovremmo indagare su ciò che è successo in Cina” ha detto.

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Secondo gli Usa, il virus del Covid sarebbe sfuggito da un laboratorio di Wuhan

La notizia, che ha riacceso le rivalità tra Usa e Cina, è arrivata come un fulmine a ciel sereno alla vigilia di un meeting dell’Oms in cui verranno decisi i prossimi passi sulle indagini da svolgere sulle origini del nuovo coronavirus. La Cina, per difendersi, ha rilanciato sulla falsità della notizia, invitando gli Stati Uniti a indagare sui biolab presenti in una base militare del Maryland.

Ancora, per avvalorare la sua tesi, ha riportato zero casi di contagio tra lo staff e gli studenti dell’Istituto di virologia di Wuhan, ricordando che il laboratorio non è stato esposto al virus prima del 30 dicembre 2019, giorno in cui fu ufficialmente annunciato il primo caso di polmonite sospetta nella città. Dobbiamo poi arrivare al 24 gennaio 2020 affinché la rivista The Lancet definisca il paziente come “il primo caso di una malattia che non ha ancora un nome”.

La notizia diffusa dal Wall Street Journal è immediatamente rimbalzata su tutti i social mandando in tendenza il tag della città di Wuhan. Inutile negarlo, questa cosa ha suscitato l’ironia degli internauti.

 

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