Tim Vision ha già rilasciato i primi tre episodi della nuova stagione de “Il racconto dell’ancella”. Ecco perché di questa serie non ne avremo mai abbastanza
Ogni giovedì sarà pubblicato un nuovo episodio della quarta stagione de Il racconto dell’ancella (The handmaid’s tale) su Tim Vision, la piattaforma che lo scorso 29 aprile ha già rilasciato i primi tre episodi. L’attesa cresce e June, la protagonista, promette di regalare sorprese anche in questo nuovo capitolo. Ma perché ci siamo così innamorati del suo racconto? Perché non abbiamo più potuto fare a meno di Gilead? Un posto che ci ha abituati a vedere il peggio, ma dove il peggio non era mai abbastanza perché il fondo del barile può essere raschiato sempre, ancora una volta.
La risposta, forse, è semplice, ma non scontata. Perché June (interpretata in maniera sublime da Elisabeth Moss, che non avrebbe potuto dare più dignità alla sua ancella) ci ha insegnato che l’amore può davvero salvare il mondo. In quel mondo in cui hanno tentato di uccidere ogni briciola di umanità, l’amore ha continuato a strisciare sotto traccia, a tessere legami profondi che hanno tenuto accesa la speranza. Così abbiamo tifato per June e Nick, abbiamo provato empatia, nonostante tutto, per Serena Joy, abbiamo sorriso con Janine quando con un abbraccio ha salvato la vita della sua Charlotte e abbiamo corso con Emily verso il Canada e la ritrovata libertà di poter esprimere la sua vera sessualità.
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Quando ci si approccia a questa serie, bisogna sapere che verrà seriamente messa in pericolo la resistenza dei nostri nervi e del nostro cuore. Metabolizzare i primi episodi è difficile, poi quasi ci si abitua. E il quasi è d’obbligo, perché a Gilead ci hanno insegnato che quando pensiamo di aver visto tutto, c’è sempre in realtà qualcosa di spiazzante ad attenderci.
Sfido chiunque a essere rimasto impassibile di fronte alla prima cerimonia, quella tra Fred Waterford e Difred (il nome da ancella di June): lei viene tenuta ferma da Serena, moglie di Fred, mentre lui fa sesso con lei con il solo fine di farla rimanere incinta. Sono le ancelle, infatti, a dare la prole alle famiglie benestanti. E chi, le donne forse più degli uomini, non ha sentito una stretta allo stomaco quando, mentre Janine partoriva, la sua signora simulava le doglie e il parto? E il cuore ci è letteralmente andato in frantumi quando la piccola, una volta nata, le è stata strappata dalle braccia per consegnarla alla signora Putnam.
Queste scene ci hanno fatto capire che sarebbe stata tosta andare avanti insieme a June e al suo atto di fede verso l’amore per la sua famiglia, per Anna, per Luke, per la sua amica Moira. L’ancella si innamorerà di Nick, autista del suo capitano, e a nessuno sembrerà un tradimento nei confronti di Luke, perché in qualche modo a Gilead si deve sopravvivere e ogni briciola di tenerezza deve essere preservata, tutelata dalla spietatezza dei capitani, di zia Lidia, del regime e degli Occhi.
Abbiamo pianto tutti quando June è riuscita finalmente a mandare un’audiocassetta a suo marito in Canada in cui gli confessava di aver concepito la piccola Nicole con un atto d’amore, quello con Nick. L’unico modo di opporsi a Gilead, infatti, è fare l’amore.