Continua la polemica di Gabriele Muccino contro la giuria del David di Donatello. Lo scontro si è acceso qualche giorno fa dopo la pubblicazione delle candidature.
Il canale Twitter di Gabriele Muccino è un fiume in piena di critiche verso la giuria del David di Donatello. Il regista ha cominciato a inveire contro l’organizzazione del premio quando, qualche giorno fa, sono state pubblicate le candidature in vista della premiazione che avverrà l’11 maggio prossimo con la conduzione di Carlo Conti.
La sua pellicola “Gli anni più belli” ha ricevuto soltanto due candidature: quella di Claudio Baglioni per la miglior canzone originale e quella di Micaela Ramazzotti come attrice protagonista. Le aspettative di Muccino sono state più che deluse e sui suoi social non si è certo risparmiato. Il passare dei giorni, però, non ha cambiato lo stato d’animo del regista che non è riuscito a sbollire la rabbia e in queste ore è tornato sulla questione sempre attraverso Twitter.
Gabriele Muccino minaccia le dimissioni dopo la delusione
Il regista romano aveva accusato la giuria dei David di aver perso ogni credibilità. Come se non bastasse poi, si era scagliato contro il film Favolacce, “colpevole” di aver raccolto 13 candidature. Dal canto loro i fratelli D’Innocenzo, registi della pellicola, hanno lasciato cadere le critiche dichiarando di stimare Muccino nel corso di una diretta su Twitch.
Sto meditando di uscire dall’Accademia dei David di Donatello come giurato e non presentare mai più in futuro i miei film in gara. Non lo si può più considerare, come fu, il premio più prestigioso del cinema italiano nel mondo.
— Gabriele Muccino (@GabrieleMuccino) April 3, 2021
Tuttavia, oggi il direttore de “Gli anni più belli” è tornato sull’argomento, minacciando di lasciare la giuria dei David di Donatello e affermando che, secondo lui , questi non meritano più di essere considerati come il premio più prestigioso del cinema italiano. Inoltre, in altri tweet pubblicati dopo, ha spiegato che il suo tirarsi fuori non deriva da un sentimento di invidia, ma di amarezza per il fatto che film poco noti al grande pubblico siano più considerati di altri ben più famosi.
Come crediamo di riportare il pubblico italiano a tifare per il nostro cinema se i titoli in gara sono sconosciuti ai molti, e peraltro nemmeno tra i più amati!? Lo scollamento sarà sempre più marcato e disastroso per l’intera industria del cinema e della sua filiera.
— Gabriele Muccino (@GabrieleMuccino) April 3, 2021