Il caso Denise Pipitone infiamma l’Italia e tiene tutti con il fiato sospeso. Spunta una data decisiva e nuovi dettagli per il gruppo sanguigno della ragazza russa. Cosa avverrà nelle prossime ore
Nel 2021, (primo anno col Covid), ancora in piena pandemia, l’Italia e gli italiani hanno trovato qualcosa in cui sperare: il ritrovamento, dopo diciassette anni di avvistamenti, piste sbagliate, sospiri di sollievo mozzati a metà, di Denise Pipitone. Rapita? Sicuramente scomparsa da Mazara del Vallo nel 2004. Diciassette anni che si riassumono in un test del Dna di una ragazza russa, Olesya Rostova, il cui esito metterebbe fine a un’agonia che solo chi l’ha provata può capire davvero. Non, quindi, quelli che lunedì lo riveleranno in diretta nazionale, in esclusiva, in Russia.
E la notizia, di questa esclusiva, è stata data sempre in diretta sul pomeriggio di Rai Uno (CLICCA QUI per il video della trasmissione da Rai Play e QUI per il nostro post su Twitter), targato ‘La Vita in diretta’ e condotto da Alberto Matano. “Abbiamo fatto una lunga riunione ieri sera con i giornalisti del primo canale russo e siamo arrivati a una sorta di accordo – ha iniziato l’avvocato della madre della ‘piccola’, Giacomo Frazzitta -. Lunedì ci faranno avere questo gruppo sanguigno. Non possiamo darlo, deve darlo Olesya personalmente”. Bellissima notizia, vero? Se non fosse che, appunto, per venire a capo di questa vicenda non basterà un semplice messaggino sul telefono, ma la ragazza che potrebbe essere Denise farà il suo annuncio in diretta televisiva, appunto.
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Denise Pipitone, nuova svolta sul caso: lunedì la notizia sul gruppo sanguigno
“Inviteranno Olesya a un programma – ha continuato il legale -, in quel momento vogliono creare un confronto e vogliono raccontare la storia di Denise Pipitone, tutta e bene”. A questa trasmissione, ha detto ancora Frazzitta, sarà presente anche lui: “Volevamo tenere riservata questa cosa, ma sì, è così, sarò collegato. Solitamente non funziona così, ma questa cosa è una nata in un salotto televisivo e continua a consumarsi così. Le altre segnalazioni di solito non hanno questo clamore”.
Magari è il momento, ma neanche in Russia se la passano tanto bene se il dolore di una famiglia deve essere messo in pubblica piazza a questa maniera, e si devono passare dei giorni per sapere una cosa così importante. Con tutta la speranza che Piera Maggio ritrovi la sua piccola, dopo diciassette anni, ovviamente. Perché il gruppo sanguigno sarebbe proprio la chiave di volta per arrivare al test del Dna.