Un carabiniere abusa del nipote: rinviato a giudizio, sentenza pesantissima in primo grado. Annunciato il ricorso. La vicenda
Un carabiniere si è reso protagonista di una delle pagine di certo più brutte, sicuramente di un reato tra i più abominevoli che possano essere consumati. E fa di certo effetto leggere come sia stato proprio un militare a commetterlo, peraltro ai danni di un suo parente.
La storia arriva da Siracusa, in Sicilia, con la condanna a sette anni e mezzo di reclusione per un carabiniere in servizio al comando provinciale del capoluogo di provincia. Accusa pesantissima, di abusi sessuali ai danni del nipote di nove anni. Gli episodi si sarebbero consumati tra il 2009 ed il 2010.
Per il 56enne carabiniere anche l’interdizione dai pubblici uffici e la condanna a ventimila euro di risarcimento danni nei confronti della vittima, diventata nel frattempo maggiorenne, e della madre; entrambi si erano infatti costituiti in giudizio.
Gli episodi si consumavano durante le ore di lavoro della madre del piccolo; la donna, lasciava il bambino alla sorella ed al cognato con gli abusi che sarebbero partiti quando zio e nipote erano soli in casa. Gli avvocati difensori dell’ormai ex carabiniere hanno però annunciato la presentazione del ricorso in appello.
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Carabiniere, abusi sul nipote: la scoperta dell’episodio e l’avvio dell’indagine
Gli episodi sarebbero usciti allo scoperto solo nel 2013, quattro anni dopo l’inizio dei primi episodi di abuso. Fu lo stesso bambino a raccontare tutto alla madre che subito denunciò tutto alla magistratura. Da lì l’apertura dell’inchiesta e l’udienza preliminare dopo l’indagine, con tanto di rinvio a giudizio dell’uomo.
Il processo di primo grado è iniziato nel 2014 con Salvatore Cavallaro a presiedere il Tribunale collegiale e son serviti quasi sette anni per la sentenza, arrivata ieri sera.
L’uomo si professa innocente e l’avvocato della difesa ha considerato la sentenza “sconcertante”. “I fatti – ha aggiunto – casualmente sono stati denunciati quando stava arrivando la separazione dei due coniugi, nel 2013” ha rincarato l’avvocato Fabiola Fuccio che cura la difesa del militare insieme all’avvocato Puccio Forestiere.