Mario Draghi cattura l’attenzione pubblica annunciando che farà il vaccino AstraZeneca. Il presidente del Consiglio rivela, inoltre, il piano per la scuola: le sue dichiarazioni
Con una semplice frase nella conferenza stampa dopo l’approvazione del Dl Sostegni, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha spento ogni polemica sul vaccino AstraZeneca. Il Premier, infatti, per niente social, ha aspettato la prima occasione utile per dire la sua: “Non ho ancora fatto la prenotazione, ma la mia classe di età è entrata – ha iniziato -. Io farò AstraZeneca, certo. Mio figlio l’ha fatto l’altro ieri a Londra, non c’è nessun dubbio, nessuna prevenzione”.
Ma non è l’unico punto che il capo dell’esecutivo ha voluto chiarire. “Al momento siamo a 159mila vaccini giornalieri, il nostro obiettivo è di arrivare a 500mila in aprile”, ha detto ancora. In realtà, però, i piani del governo puntano ancora al rialzo e a un’accelerata più consistente per maggio e giugno: “Un po’ tutto il governo e tutta l’Italia è in grande attività per assicurare che la campagna di vaccinazione proceda con la massima velocità e capillarità possibili. I siti vaccinali continuano ad aumentare. Solo in questi giorni sono aumentati del 25%”, ha precisato Draghi.
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Ciò che serve, comunque, è un coordinamento puntuale con le regioni. Perché l’Italia è il secondo paese dell’Unione Europea per vaccini somministrati al momento, ma è ancora molto lontana dai risultati del Regno Unito, soprattutto perché a livello territoriale si viaggia a velocità diverse. Niente di scoraggiante, in ogni caso: anche perché i diversi governatori si stanno dimostrando disponibili a collaborare. Discorso diverso, invece, per l’Europa. “Bisogna essere pratici – ha spiegato il premier -. Il coordinamento europeo ha un grandissimo valore aggiunto, ma se non funziona bisogna andare avanti per conto proprio”.
Il presidente del Consiglio ha parlato anche della scuola. “Sarà la prima a riaprire quando la situazione dei contagi lo permetterà. Sarà la prima attività a essere riaperta, riprendendo per lo meno la frequenza scolastica fino alla prima media”, ha concluso Draghi.