La pandemia da Covid-19 ha totalmente stravolto abitudini e stili di vita dei cittadini. Le attiviste si fanno sentire con Mario Draghi con motivazioni piuttosto serie: la ricostruzione
È ormai passato più di un anno dallo scoppio della pandemia. Se da allora le cose sono cambiate di poco, da prima dell’avvento del Covid la vita e le abitudini di tutti sono state stravolte. Le donne ne hanno fatto le in maniera particolare, colpite dalle restrizioni imposte dal governo, in maniera diretta e indiretta. Quelle stesse donne che si stanno riunendo per chiedere un aiuto concreto al Premier Mario Draghi.
Musiciste, attrici di teatro, architetti, ma anche parrucchiere, estetiste: semplicemente donne. Che hanno perso il lavoro, o si sono viste ridurre l’orario, a causa del Covid. Tutte unite, in piazza e non solo, per rivendicare i propri diritti, sotto il movimento di ‘Operazione Giusto Mezzo’, che chiede al premier Draghi che il 50% del Recovery Fund venga impiegato per il mondo femminile. Sono 99mila, come viene espressamente detto nel servizio Mediaset in questione, le donne, che in Italia non hanno più un impiego, il 98% dei nuovi disoccupati. E quelle che ancora ce l’hanno, devono occuparsi anche della cura della famiglia e di seguire i propri figli nella didattica a distanza: un problema non da poco per chi è un anno che lavora in smart working.
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Come dimostra il racconto di un’attivista: “Stamattina avevo il mio bimbo di cinque anni di fronte al computer, ma ogni dieci minuti dovevo attivare e disattivare il microfono, per esempio, o andare da una riunione all’altra – ha detto -. E il lavoro così diventa pressoché impossibile”. Difficile non crederle, anche perché ci sono altre donne che le fanno da eco: “Non è giusto che siamo abbandonati a noi stessi, con i bambini e senza supporto”, ha riferito ancora un’altra. Investimenti e piani strutturali, come voucher baby sitter, congedi sono ciò che chiedono a gran voce. Ma soprattutto vogliono tornare a lavorare.