Nuove misure, nuove regole e nuove restrizioni contro il Covid ma è polemica sui tempi di comunicazioni e alcune Regioni non ci stanno
Sembra essere tornati ad un anno fa, quando il Covid-19 iniziava ad entrare nelle nostre vite e a prenderne il sopravvento. Ma sono passati molti mesi da allora e purtroppo siamo ancora sommersi da questo virus che ha stravolto le vite di tutti.
I contagi aumentano, i morti sono ormai numeri che non destabilizzano nemmeno più e i vaccini, unica vera via di salvezza, vengono sospesi. Solo nella giornata di ieri si sono registrati 26.824 contagi e 380 morti. Il Governo Draghi aveva annunciato nuove misure per fronteggiare le festività pasquali e così è stato.
Ieri, durante la sua visita all’hub di Fiumicino, il Presidente del Consiglio ha anticipato alcune nuove restrizioni e cambiamenti di colore per tutte le regioni tranne che per la Sardegna rimasta ancora bianca. Ma è polemica da parte di alcuni Presidenti di regioni per i tempi di comunicazione.
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Covid, per Cirio non c’è rispetto dei lavoratori
Una delle accuse fatte spesso al precedente Governo Conte era proprio quella di emanare nuovi Dpcm in vigore dall’oggi al domani. Il governo è cambiato ma per alcuni Presidente di Regioni la storia è sempre la stessa. Stiamo parlando di Alberto Cirio, a capo della Regione Piemonte, che con un suo post ha innescato una polemica contro i tempi di comunicazione delle nuove regole, poco consoni all’organizzazione del lavoro e degli impegni familiari.
“Ancora una volta siamo arrivati alla tarda sera di venerdì per sapere con certezza da che giorno sarebbero scattate le nuove misure e ripeto che questo non è accettabile” ha scritto Cirio dopo esser venuto a conoscenza che la sua regione diventerà rossa a partire da lunedì 15 marzo.
Il Presidente ha chiesto al Governo di dimostrare davvero che l’aria è cambiata e che i ristori per i lavoratori arrivino il prima possibile.