Filippo Tortu, velocista italiano, racconta la sua esperienza a contatto con il Covid: parole davvero dure, ma anche di grande fiducia nel futuro.
Se ancora si pensa che il Covid-19 possa aver risparmiato qualcuno (ovviamente qualcuno, a prescindere, c’è e questo è evidente) a seconda dell’età, di una categoria sociale o per quanto riguarda il benessere e la salute, fisica e mentale, si sbaglia di grosso. L’hanno chiamato “il mostro” proprio per questo motivo: è riuscito a colpire in modo del tutto casuale.
Colpendo, magari, un solo componente di una coppia che vive sotto lo stesso tetto per anni. Questo non implica il fatto di non rispettare le norme, come mettere la mascherina o applicare il distanziamento sociale. Ci mancherebbe! Ma come si è constatato la sua ferocia è imprevedibile. Detto questo, anche gli sportivi, coloro i quali fanno dello sport anche una professione, non sono stati esenti dal contagio.
Uno di questi è il velocista italiano, Filippo Tortu. Il ragazzo ha contratto il coronavirus pochi mesi fa e ha raccontato la sua vicenda usando parole forti, ma anche di fiducia nei confronti del suo futuro. Poi una stoccata ai suoi colleghi, corridori, in relazione agli stadi vuoti di Tokyo.
Lo si è conosciuto grazie al suo record. A soli 22 anni (età attuale), che non sono nemmeno pochi per un velocista che punta a conquistare qualche medaglia nella corsa dei 100 e 200 metri, è stato l’unico a scendere sotto i 1o secondi sulla distanza, 9″99. Un vero talento, che non vede l’ora di tornare in pista.
Mentre afferma che “ad aprile farò il vaccino”, racconta, poi, la sua esperienza a contatto con il Covid-19: “Posso solo dire che è stato terrificante. È un virus maledetto, che ti toglie il fiato in un istante e non ti lascia più respirare. Una cosa che fai ogni secondo della tua vita, viene a mancare. Ma sono pronto a tornare a correre più di prima”.
Veloce come il vento, Filippo Tortu è pronto a scendere di nuovo in pista e volare verso il traguardo. Alla fine, poi, con il sorriso di chi sa di essere un campione, lancia la stoccata: “Gli stadi vuoti a Tokyo saranno più utili ai miei colleghi che non reggono la pressione con le persone intorno che mormorano. Io, con il pubblico sugli spalti, mi esalto, sempre”.