Arbitri donna in Serie A, annuncio: ecco quando arriveranno

I tempi sembrano ormai maturi per l’arrivo degli arbitri donna anche in Serie A. Il Champions League è stata la francese Frappart il primo fischietto “rosa” a dirigere una gara. 

cartellino rosso calcio
Getty Images

Importante apertura quella del presidente degli arbitri Trentalange in vista delle prossime stagioni di Serie A. I tempi infatti sembrano ormai maturi per introdurre anche nel massimo campionato italiano gli arbitri donna. La strada, nel mondo del calcio, è già stata tracciata in Champions League, quando nella fase a gironi la francese Frappart diresse la Juventus a Torino. Da anni sui vari campi europei si vedono guardialinee donna, e un direttore di gara “rosa” è solo l’ultima barriera pronta a essere abbattuta.

In un’intervista a Radio Anch’io Sport, su Rai Radio 1, il neo designatore degli arbitri (e a sua volta ex arbitro di Serie A) Alfredo Trentalange, ha detto la sua in merito: “Nel giro di due anni spero di riuscire a portare le donne ad arbitrare regolarmente in Serie A“. Un’apertura importante che arriva dalla voce più istituzionale, in materia, che ci possa essere in Italia. La strada insomma è segnata, ora si deve passare alla fase operativa con la promozione di arbitri donna dalle serie inferiori alla Serie A.

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Arbitri donna in Serie A: “Ci stiamo attrezzando”

Pallone calcio (getty images)
Pallone calcio (getty images)

Siamo indietro ma ci stiamo attrezzando” ha detto il designatore arbitrale nella sua intervista, auspicando come questa svolta possa avvenire nel più breve tempo possibile. Possibile che l’inserimento delle prime donne nella squadra degli arbitri possa quindi avvenire nel giro di due stagioni. Nel frattempo è arrivata un’altra grande apertura per quanto riguarda il mondo arbitrale. Per la prima volta, infatti, un direttore di gara ha potuto parlare in televisione: è successo ieri durante 90° Minuto, con Daniele Orsato in collegamento con gli studi Rai.

Un altro tabù sfatato, considerando che mai gli arbitri avevano ricevuto il permesso di intervenire in televisione per parlare del proprio operato.

 

 

 

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