Vivo con un Covid positivo: come posso curarlo a casa? Alcuni consigli utili

La maggior parte dei casi di Coronavirus si risolvono con l’isolamento domiciliare e le cure a casa. Covid, scopriamo come curarlo a casa e cosa fare se si vive con un positivo

Covid, signora guarda dalla finestra
Covid, donna in casa – Immagine di repertorio (Getty Images)

Una brutta bestia. Questo sentirete dire a chiunque si è ammalato di Covid 19 e ha avuto dei sintomi, seppur lievi. L’enorme ospedalizzazione e la difficoltà nel curare tutti nelle strutture ha reso necessaria fin da subito l’adozione di misure “alternative” come l’auto-trattamento domiciliare. In sostanza, se i sintomi sono blandi, si cerca di curare il Covid a casa, tamponando la sintomatologia con medicinali e controllo costante, aspettando che pian piano il virus sfumi e la successiva negativizzazione, che comunque non avviene prima di un lasso di tempo decisamente più ampio di una semplice influenza.

Ma quali accorgimenti bisogna tenere nel caso in cui si fosse costretti a curarsi a casa? Cosa devo fare se ho i miei parenti in casa ammalati di Coronavirus e voglio prendermi cura di loro? Con l’ausilio di un vademecum fornito dalla Fondazione Veronesi, abbiamo provato a schematizzare un po’ quali siano i sintomi che caratterizzano la malattia in forma lieve e che come tale possono essere curati con il trattamento domiciliare.

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Covid, come curarlo a casa: i sintomi più comuni e cosa tenere sotto osservazione

Saturimetro, dispositivo per valutare l'ossigenazione del sangue
Saturimetro, dispositivo essenziale per la valutazione di un paziente Covid (Getty Images)

E’ fondamentale innanzitutto che chi ha il Covid mantenga strette comunicazioni con il proprio medico di medicina generale, in modo da comprendere come intervenire e quali cure adottare, in base alla sintomatologia. Per i soggetti con manifestazioni lievi, i sintomi più comuni sono tosse secca, mal di gola e febbre. In generale, molti pazienti riferiscono un malessere generale in tutto il corpo, che alcuni lamentano come dolore articolare, altri come un indolenzimento o addirittura una semplice spossatezza.

Per ogni paziente Covid, anche laddove siano presenti solo sintomi lievi, è essenziale la valutazione costante della pressione arteriosa. Soprattutto, occorre monitorare l’ossigenazione del sangue, anche dotandosi di un apposito saturimetro. Un livello di saturimetria al di sotto 94% rappresenta, infatti, un segno clinico da tenere in grande considerazione e che andrà valutato prontamente con il medico di medicina generale, anche nell’ottica di una valutazione ospedaliera. In linea di massima, è dunque essenziale valutare costantemente eventuali difficoltà respiratorie, dalla dispnea fino a quadri più gravi.

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Covid, come stabilire le cure opportune in base ai sintomi

Covid, ragazza seduta sul letto con la mascherina
Covid, donna in casa – Immagine di repertorio (Getty Images)

Innanzitutto, occorre specificare che se si ha di fronte un paziente asintomatico, non si rendono necessarie cure farmacologiche. In pazienti paucisintomatici, invece, è raccomandato l’uso del paracetamolo nel caso si presenti febbre. Si può ricorrere anche a sedativi per la tosse, se necessario. Gli esperti, inoltre, ribadiscono la necessità di seguire una corretta alimentazione, unita a un’idratazione adeguata.

Capitolo antibiotici: è fortemente sconsigliato l’utilizzo dell’azitromicina. In generale, i macrolidi non sono assolutamente da utilizzare a scopo preventivo, ma solo laddove ci sia il fondato sospetto clinico della presenza di una contestuale infezione di origine batterica. Solo in questi casi, si potrà ricorrere ad antibiotici e fare riferimento all’azitromicina.

In pazienti più gravi, anche a domicilio, può essere indicata una terapia a base di cortisone. Sarà riservata
a coloro che mostrano una saturazione d’ossigeno inferiore al 94%, presentano febbre da almeno 5-7 giorni o una polmonite diagnosticata dopo visita medica o tramite un’ecografia. Prima della prescrizione del cortisone, occorrerà comunque valutare attentamente la presenza di altre patologie per cui sarebbe controproducente. Il medico valuterà, quindi, il singolo caso.

Può rivelarsi importante anche la prescrizione dell’eparina, soprattutto in pazienti over 65, che siano reduci da intervento chirurgico o terapia oncologica, presentino obesità o abbiano già avuto precedenti di trombosi. L’utilizzo dell’eparina a basso peso molecolare, in questi casi, è dunque particolarmente prezioso per evitare complicazioni legate a ipercoagulabilità e trombosi.

 

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