Entro poche settimane sarà messo in commercio un test che servirà a distinguere da quale variante Covid si sia stati infettati. Il risultato è pronto in due ore.
La morsa del Covid continua a tenere sotto scacco il Paese. Tra poco più di una settimana sarà un anno in cui ci troviamo in questa situazione, mentre oggi è l’anniversario dell’isolamento del primo paziente di Codogno. Sembra una vita fa ma sono trascorsi appena 12 mesi: 12 mesi in cui le nostre vite sono cambiate, stravolte e capovolte, con nuovi stili e nuove abitudini forzatamente condivise e adottate.
A un anno di distanza si continua a combattere contro questo nemico invisibile. Ora c’è il vaccino e la campagna di somministrazione della cura prosegue spedita. A preoccupare sono però le varianti, sempre più diffuse e “minacciose“. Nonostante le rassicurazioni di molte autorità mediche, che affermano come il vaccino sia efficace anche contro le mutazioni del Covid, in tanti rimangono scettici. In Sudafrica, giorni fa, venne sospeso il vaccino AstraZeneca perché limitato nell’effetto dalla variante locale.
In tutto ciò ora è atteso sul mercato un test, rapido, in grado di decifrare a quale variante del Covid si è risultati infetti. A spiegare il suo funzionamento è Massimo Ciccozzi, epidemiologo molecolare dell’Università Campus Biomedico di Roma.
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Covid: oggi riunione per proroga divieto spostamenti tra Regioni
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Il test, da effettuare sulle persone che sono già risultate positive al Coronavirus, serve per individuare a quale variante si è infetti. “Si tratta di un test molecolare sul genoma, già testato – le parole di Ciccozzi riportate da Il Messaggero – in questo modo sarà possibile individuare velocemente (2 ore circa) se una persona è colpita da una variante”.
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In questo modo si può tracciare la prevalenza di varianti Covid che circolano nel nostro Paese. Intanto stasera è prevista una riunione tra i ministri Gelmini e Speranza per prorogare (come sembra) il divieto degli spostamenti tra le regioni. Domattina invece consiglio dei ministri per tracciare le nuove linee guida da adottare alla scadenza dell’attuale DPCM, prevista per il 4 marzo.