Il Presidente del Consiglio Mario Draghi sbaglia sui dati della pandemia durante l’intervento a Palazzo Madama.
Curioso errore per Mario Draghi durante il discorso al Senato. Il nuovo Presidente del Consiglio ha regalato la prima gaffe nell’esporre le linee programmatiche del suo Governo ma poi si è corretto subito.
Il nuovo Governo deve, infatti, chiedere la fiducia alle Camere entro 10 giorni dalla sua formazione, ai sensi dell’art. 94 della Costituzione. A tal fine, Draghi è intervenuto oggi a Palazzo Madama.
“In questo momento 2 milioni 2074 sono i ricoverati in terapia intensiva”. Così Draghi commenta i dati della pandemia da Covid-19, inciampando, evidentemente, sull’effettiva entità dei numeri oggetto del discorso.
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A seguito del borbottio proveniente dall’emiciclo, il Presidente del Consiglio si ferma e, capendo di aver fornito un dato errato, cerca di rettificare, reiterando nuovamente lo sbaglio: “2 milioni, scusate”, afferma Draghi.
A questo punto, il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, decide di correggere il Presidente: “2mila, 2mila!”, asserisce con tono deciso per farsi sentire chiaramente, nonostante la mascherina indossata.
Una volta fatto proprio il suggerimento del Vicesegretario della Lega, Draghi riprende il discorso cercando di aggiustare il tiro.
Un lapsus, questo, dettato probabilmente dall’emozione e dalla forte pressione mediatica che in questi giorni stanno sperimentando i membri del Governo.
“Errare humanum est”, dicevano i latini. Una svista, infatti, può capitare veramente a chiunque. Anche a chi, come Draghi, può pregiarsi di meriti e titoli professionali inconfutabili.
Una personalità come quella del Professor Mario Draghi a capo del Governo costituisce, infatti, secondo alcuni, la garanzia di un esecutivo di alto profilo, nonostante abbia scelto i suoi ministri sulla base dei delicatissimi equilibri politici che reggono questa maggioranza “di larghe intese”.
Si può facilmente immaginare che non sarà facile per Draghi tenere uniti i ministri di Forza Italia (Brunetta, Gelmini, Carfagna), con i quattro espressione del Movimento 5 stelle (Di Maio, Patuanelli, Dadone, D’Incà), o con i tre di PD (Orlando, Guerini, Franceschini) e Lega (Stefani, Garavaglia e, soprattutto, Giorgetti).
Ilenia Abbondanza
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