Era il 14 febbraio del 2004. Il corpo senza vita di Marco Pantani viene trovato senza vita nella stanza del residence Le Rose: il pirata maledetto
E’ stato uno degli sportivi più amati del nostro Paese. Un eroe quasi dark, per le sue sfumature da pirata e la sua fine, ancora oggi un mistero per molti. Marco Pantani, una fine da rock star – in una camera d’hotel in overdose – e una vita in sella alla sua bici. Era il 14 febbraio del 2004, il giorno in cui i sanitari trovarono il suo corpo senza vita nel residence Le Rose, a Rimini. Intossicazione da psicofarmaci e cocaina, aveva sentenziato la Cassazione nel 2017.
Soprannominato il Pirata, per la sua bandana e gli orecchini, Marco era riuscito nel 1998, nell’impresa di vincere Tour de France e Giro D’Italia insieme. Da lì a poco, il tracollo, il baratro, la depressione e la morte.
Il tracollo per Marco era iniziato proprio un anno dopo i successi del Tour e del Giro. Il 5 giugno del 1999, alle 7 di mattina, il Pirata si sottopone a un controllo a Madonna di Campiglio. Il test, pubblicato e reso noto alle 10, dimostrò una concentrazione di globuli rossi superiore al consentito. Il valore ematocrito era del 52%, poco superiore del limite massimo del 50%. Dopo la notizia, il ritiro dal Giro d’Italia del team.
L’erede di Fausto Coppi e di Bartali da quel momento comincerà la sua discesa, senza più riuscire a tornare in alto. Un tracollo culminato, dopo la depressione nella morte, che rimane ancora oggi un mistero. I familiari non si sono mai arresi alla sentenza del 2017 della cassazione, per quello che rimane uno degli eroi più amati e maledetti della storia del nostro sport.