Governo Draghi, il nuovo ministro della Transizione ecologica sarà Roberto Cingolani: alla scoperta dello scienziato 59enne
Il Governo Draghi nascerà ufficialmente alle 12 di oggi con il giuramento dei nuovi ministri ma ieri l’ex presidente della Bce, ha di fatto dato il via al suo esecutivo. Ha presentato la lista dei ministri, un mix tra politici (in maggioranza) e tecnici, con una buona dose di quote rosa, come peraltro fatto filtrare nei giorni scorsi.
Non ha scontentato nessuno Mario Draghi, con un numero eguale di ministeri ai partiti più importanti e puntando su alcuni nomi di alto profilo in ruoli chiave. A partire dal ministero della Transizione ecologica, il neonato dicastero che dovrà gestire le risorse del Recovery Fund a cui spetteranno le competenze energetiche ora del Mise.
In questo ruolo è stato scelto un “tecnico”, Roberto Cingolani. Già, ma chi è? Si tratta di un fisico che ha esperienze all’estero, tra Stati Uniti e Giappone ma anche Germania. Esperto di nanotecnologie e robot, il 59enne ha guidato anche l’Istituto Italiano di Tecnologia; nel suo nuovo ruolo dovrà anche presiedere il comitato interministeriale per il coordinamento della transizione ecologica.
Governo Draghi, Cingolani: una vita votata alla scienza
Cingolani è apprezzato per il lavoro svolto all’Istituto Italiano di Tecnologia, di cui è stato direttore scientifico nel 2005. Il centro di ricerca ha mezzi finanziari quasi illimitati; il neo ministro riesce a creare un centro all’avanguardia, con 11 centri di ricerca, oltre mille brevetti, progetti in divenire e più di 1.700 scienziati reclutati da ben 60 paesi al 2019.
Su innovazione e tecnologia è una sorta di icona in Italia, invitato a meeting e congressi, e la sua famiglia è tutta votata alla scienza. Docente universitario in Fisica il padre Aldo, professore di Biologia a Philadelphia, alla Jefferson University, il fratello Gino. Ha una moglie greca, Nassia, fisica esperta in Scienza dei materiali mentre è ingegnere chimico il primo dei tre figli.
Cingolani, nel corso della carriera, ha anche alimentato il progetto iCub, il robot su cui punta l’Itit; vanta un’esperienza nel gruppo aerospaziale Leonardo. Ora avrà l’obiettivo di sfruttare le tecnologie sostenibili come nuovo veicolo per il futuro.