Tiziana Cantone, la riapertura delle indagini sul suicidio regala nuove speranze e, forse, verità fin qui nascoste: “Non si è suicidata”
La vicenda Tiziana Cantone tiene ancora banco, a quattro anni dalla scomparsa della ragazza. Nel settembre del 2016 la 31enne fu trovata senza vita, impiccata. Il suicidio avvenuto dopo la circolazione di immagini e video in cui era protagonista di “momenti intimi“, impegnata in rapporti con ragazzi.
I suoi video sono circolati di cellullare in cellulare, fino a diventare virali; un’onta troppo grande per la napoletana che ha optato per l’estremo gesto. Un vero e proprio caso di Revenge Porn, rientrante nel Codice Rosso approvato nel luglio del 2019.
Il suicidio da parte della donna sembrava certo, almeno fino a qualche giorno fa, quando l’apertura di nuove indagini hanno lasciato perplessità sull’effettivo gesto. E Maria Teresa Giglio, la madre della sfortunata ragazza, ai microfoni di Quarto Grado ha espresso la sua versione dei fatti. “Non si è uccisa Tiziana” le parole della donna, “leggerezza e molte lacune nelle indagini” ha poi proseguito.
La Giglio ha poi chiesto indagini decisamente più approfondite che possano condurre alla realtà. “E’ una battaglia che sto portando avanti da quattro anni” ha spiegato, “ora si avvii una ricostruzione esatta perché tante le lacune investigative“.
“Il verdetto – ha poi continuato – era stato dato da tutti dopo valutazioni che si sono rivelate frettolose” ha concluso Maria Teresa Giglio che ha agito in prima persona per provare a far luce sulla vicenda della figlia. E ben tre nuove prove ritrovate hanno costretto la Procura di Napoli a riaprire il fascicolo.
A questo punto non è affatto da escludere l’ipotesi che il suicidio possa tramutarsi in un’accusa di omicidio. Anche se, a distanza di quattro anni, non sarà certo semplice riannodare tutti i fili e, contestualmente, trovare un assassino in caso si dovesse accertare il delitto.