Anche in un momento delicato come questo non ne vogliono sapere di stare al loro posto i furbetti della situazione. Un medico è accusato di aver somministrato il vaccino anti Covid agli amici: cosa rischia.
Poco più di due settimane fa è iniziata ufficialmente in tutta Europa la campagna di vaccinazione contro il Covid. A fine 2020 in Italia, e in contemporanea in molti altri paesi del Vecchio Continente, sono state somministrate le prime dosi: personale medico e anziani le prime categorie a ricevere la cura, con l’iniezione di richiamo che per i primi pazienti è attesa proprio in questi giorni. Nel nostro Paese si viaggia verso il primo milione di vaccinati: il conteggio in tempo reale è disponibile sul sito del ministero della Salute e a breve sono attese anche altre dosi della casa farmaceutica Moderna.
La battaglia al Covid quindi prosegue con l’unica arma efficace per sconfiggerlo, il vaccino. Non si sono fatti attendere, anche in un momento difficile come quello attuale, i soliti furbetti che hanno deciso di “usare” il farmaco (e sfruttare la propria posizione) per scopi personali. Come un medico di Cosenza che ora rischia una severa punizione per aver somministrato la cura ai propri amici.
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Un medico dell’Azienda sanitaria di Cosenza, direttore sanitario dello Spoke Ospedaliero di Cetraro-Paola, è indagato per aver effettuato tamponi agli amici e aver somministrato indebitamente il vaccino anti Coronavirus a persone di sua conoscenza, non rispettando quindi l'”ordine” stabilito dal protocollo. A tutto ciò si aggiunge anche l’accusa di aver usato per scopi personali l’auto di lavoro: motivo per cui è stato interdetto per 12 mesi.
Le accuse per lui sono di peculato e ora è anche indagato per truffa, falso in atti pubblici e turbata libertà nella scelta del contraente. Dallo scorso giugno avrebbe sottoposto ad amici anche tamponi molecolari.