In un cimitero di Roma, secondo alcuni voci, è apparso un cartello da brividi in relazione ai morti. Se non c’è più posto si adottano nuove misure.
Sembra brutto dirlo ma, orami, con i morti ci siamo abituati a convivere. Se prima, la morte, la consideravamo una parte della nostra vita, ora l’abbiamo sperimentata tutti i giorni sentendo le varie notizie sul Covid. Notizie che si susseguono da inizio anno e che andranno avanti anche per il nuovo, di anno.
Quando la società si “affolla” di così tanti morti può succedere di incappare in qualche cartello spiacevole, che magari compare all’entrata di un cimitero di Roma. Com’è successo all’entrata del cimitero Flaminio, di Prima Porta.
Un cartello, poi rimosso, che diceva: “Dal 29/12/2020 non si accetteranno salme per cremazione”. In realtà, l’appena citato cartello è stato scritto anche in un italiano poco leggibile, ma pur sempre a firma di Ama e Cimiteri. La cosa che lascia sgomento e tutti senza parole sono, comunque, i posti già finiti per la cremazione stessa.
La lista al cimitero cresce di settima in settimana così gli addetti decidono di mettere un tetto alle cremazioni che corrisponde a 200 salme a settimana. Solamente che di lunedì la quota è già raggiunta e nulla si può fare se non affissare un cartello, scritto in un italiano più che pessimo, che blocca tutto quanto.
Niente più salme per la cremazione dal 29/12/2020. Sicuramente c’entra anche la situazione d’emergenza che noi tutti stiamo vivendo. Certo, resta il fatto che vedersi rifiutare la cremazione dall’oggi al domai non è davvero un bellissimo spettacolo.
Le famiglie, così, dovranno recarsi altrove. Pagarsi il viaggio di tasca loro per far cremare la salma in un altro posto, o meglio, cimitero. Oppure, una soluzione, sarebbe la seguente: far seppellire i propri cari sotto terra, venendo meno al destino del defunto che aveva espresso la volontà di essere cremato.