Un medico maniaco è finito a processo: stordiva ed abusava i suoi pazienti tra i 50 ed i 75 anni. Incastrato dalle telecamere
Un medico maniaco all’apparenza gentile e cortese, gastroenterologo, sposato e padre si è rivelato un vero e proprio orco. Maniaco sessuale, il 52enne che lavorava all’ospedale di Tivoli è finito in manette ed ora andrà a processo. Pesantissime le accuse sul suo capo; si tratta di violenza sessuale continuata ed aggravata.
L’uomo è stato filmato mentre commetteva lo spregevole reato commesso nel 2019, tra ottobre e dicembre. Ha molestato ben 14 uomini, sfruttando esami anche invasivi come gastroscopie, colonscopie e rettoscopie. Dopo una leggera anestesia per procedere con gli esami, iniziava il vero e proprio abuso, fatto di palpeggiamenti e sfregamenti.
Le vittime sono tutti pazienti tra i 50 ed i 70 anni, molestate dopo gli esami. Una vicenda davvero quasi barbara, che ha creato un vero e proprio shock tra i suoi colleghi. Le telecamere nascoste installate dalla polizia sono state decisive nell’incastrare il medico; Francesco Menditto e Antonio Altobelli, rispettivamente procuratore capo e sostituto della Procura di Tivoli, hanno ottenuto il rinvio a giudizio dal gip Sabina Lencioni.
Dalle indagini è emerso come l’uomo preferiva farsi toccare dai suoi pazienti, molti pensionati. Le indagini sono partite dalla denuncia di un 50enne che, seppur sedato, si è accorto delle azioni del medico considerate “troppo” per un semplice esame. Da lì è scattata la denuncia alle autorità competenti.
La sala degli orrori era quella di risveglio del “San Giovanni Evangelista” della cittadina laziale, ambulatorio di Gastroenterologia. Il medico effettuava le manovre di palpeggiamento sfruttando ancora gli effetti dell’anestesia post esame. Il medico allontanava l’infermiere presente per restare da solo ed operare indisturbato.
Secondo le indagini, nello scorso novembre addirittura il medico avrebbe utilizzato sostanze stupefacenti e narcotiche per procedere con le azioni indisturbato. Per la Polizia di Stato, l’ispettore Davide Sinibaldi esperto di violenze di genere, ha condotto le indagini. A processo, tredici vittime si sono costituite parte civile.