Tra lo scorso settembre e ottobre Zlatan Ibrahimovic fu costretto all’isolamento domiciliare a seguito della sua positività al Covid. Lo svedese, ora alle prese con un infortunio, racconta quell’esperienza.
Sta cercando di recuperare il più in fretta possibile da suo infortunio Zlatan Ibrahimovic, per tornare quanto prima a disposizione del Milan e di mister Pioli. Anche senza di lui, out da quasi un mese, i rossoneri sono riusciti a mantenere la testa della classifica, dimostrando che pure se orfani del miglior giocatore della rosa hanno acquisito una forza mentale e una consapevolezza difficilmente scalfibile. L’attaccante svedese tornerà a inizio anno, proverà a recuperare per la prima gara del 2021 contro la Juventus ma la sua presenza è ancora fortemente in forse.
Il secondo lungo stop, questo, dopo quello al quale fu costretto a inizio stagione, quando risultò positivo al Covid e fu obbligato a osservare il periodo di quarantena in casa in attesa della negativizzazione. Un periodo che Ibra ha ricordato in un’intervista uscita oggi sul Corriere della Sera e nella quale parla della sua esperienza con il Coronavirus.
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Ibrahimovic, ecco il suo Covid: “Ero incazzato”
Parlando al Corriere della Sera della sua malattia, Ibrahimovic ha rivelato qualche “dettaglio” della clausura domiciliare forzata. Si sentiva un leone in gabbia Zlatan, costretto a rimanere chiuso tra le mura domestiche senza la possibilità di poter uscire o allenarsi al meglio. “Mal di testa, non fortissimo ma fastidioso, una cosa tosta. Ho anche perso un po’ il gusto” racconta l’attaccante del Milan ricordando quei giorni difficili.
Una situazione che aveva portato Ibra quasi alla pazzia, al punto che l’ex PSG e LA Galaxy ha confessato di parlare con la casa,”davo i nomi ai muri” rivela lo svedese, “Diventa un fatto mentale”.
“Una sofferenza per quello che senti e per quello che pensi di sentire” confessa il giocatore che, alla prima gara dopo la guarigione, è subito risultato decisivo con una doppietta nel derby contro l’Inter.