Cashback di Stato: dal successo al flop, il passo è breve: i problemi relativi allo stanziamento dei fondi preoccupano l’esecutivo
Il Cashback di Stato ha riscosso fin da subito il parere favorevole degli italiani. Un gran successo e lo si è capito fin dai primi istanti, con le notevoli difficoltà da parte degli italiani nello scaricare l’app Io con la quale partecipare all’iniziativa. Problemi che non hanno fermato i cittadini, ingolositi dalla possibilità di ricevere indietro 150 euro.
D’altronde bastava, dall’8 al 31 dicembre, realizzare appena 10 acquisti, da pagare con bancomat o carte di credito, fino alle prepagate. Di fatto basta andare al supermercato per la spesa, qualche piccolo regalo di Natale ed il gioco è fatto. Raggiunta la cifra minima delle 10 transazioni e via con il rimborso su conto Iban.
E’ in arrivo, però, la beffa per chi conta su quel piccolo ma significativo rimborso. Sembra, infatti, come la cifra destinata all’operazione sia decisamente esigua, troppo per poter effettuare gli accrediti agli italiani. I dati, d’altronde, parlano chiaro. Fino al 21 dicembre, infatti, oltre 5 milioni gli iscritti all’iniziativa del cashback, ben nove coloro che hanno scaricato l’app.
Cashback di Stato: i conti non tornano
Due rapidi calcoli per poter verificare come al massimo gli italiani possano ricevere un rimborso di 43 euro, circa il 30% rispetto alla cifra di 150 inizialmente valutata come importo massimo. I fondi stanziati dall’esecutivo, infatti, sono poco più di 220 milioni di euro. Un bel guaio, che andrebbe a penalizzare gli italiani qualora la media rimborso fosse superiore a 40 euro.
In quel caso, con i fondi insufficienti per elargire il 10%, la percentuale sarà abbassata per poter esaudire tutte le richieste. Il governo, però, al momento è moderatamente ottimista. Secondo i dati in possesso di Palazzo Chigi, è di 7 euro il rimborso accumulato al 21 dicembre, con 37 milioni di euro da erogare agli italiani.
L’esecutivo, nonostante i dati parlino chiaro, però, ha tenuto a precisare come ognuno riceverà il suo rimborso. Già, ma come? Servirebbe, infatti, una modifica del Decreto in caso si punti ad anticipare i fondi del Decreto che partirà nel 2021.