Claudio Baglioni è intervenuto in collegamento da Fabio Fazio: durante l’intervista sul suo nuovo album, si è lasciato andare ad alcune confessioni. Poi ha scherzato col conduttore.
Non possono mancare grandi ospiti nelle puntate prenatalizie di alcuni noti programmi televisivi. Uno di quest’ultimi è sicuramente Che tempo che fa, condotto da Fabio Fazio su Rai 3. Nell’ultima puntata ci sono stati ospiti importantissimi, tra cui il cantante italiano Claudio Baglioni. Fazio lo ha invitato anche da amico, e ciò si scopre durante l’intervista.
Baglioni è intervenuto per dare spazio e voce al suo nuovo album, uscito qualche mese prima del suo 70esimo compleanno. Dopo 7 anni di “inattività”, il cantate romano torna a sbalordire tutti quanti e a produrre il suo pane quotidiano: musica, parole e melodie.
Nell’intervista, poi, non è mancata qualche confessione, soprattutto sugli inizi della sua carriera. Qualcuno non avrebbe scommesso mezzo soldo su di lui. Ma a raccontare ciò è lo stesso Baglioni, che ora se la ride sotto i baffi.
Le confessione di Claudio Baglioni: poi il ricordo dei viaggi in treno
Come detto poc’anzi, grandi ospiti nell’ultima puntata di Che tempo che fa, prima delle vacanze natalizie. Oltre al collegamento con Claudio Baglioni, c’è stato anche quello con George Clooney, direttamente da Londra. Insomma, Fazio si è letteralmente sbizzarrito, portando nei suoi studi, anche non fisicamente, pezzi da novanti in diversi campi dello spettacolo.
Baglioni si è lasciato andare ad alcune confessioni. Più che confessioni potremmo dire “scomodi aneddoti” del passato, che ormai lo fanno sorridere: “Fazio, hai fatto passare delle immagini bellissime. Ma queste cose mi sembra che si facciano quando uno non c’è più”. Battute a parte, aggiunge: “Dato che ci siamo, ricordo volentieri quando al mio primo provino mi dissero: ‘Questo non farà mai niente’. Ora, invece, sono qui”.
Poi parla, felicemente, del suo nuovo album, uscito il 4 dicembre e intitolato In questa storia che è la mia: “È un album pensato come se vivessimo la fine degli anni ’70, ma moderno, con timbriche elettriche. Tutto, però, fatto a mano”.