Un hacker è riuscito per ben due volte a indovinare la password di Donald Trump, entrando nel suo profilo Instagram. Ecco qual è stato l’esito del processo
Donald Trump è stato uno dei protagonisti degli ultimi mesi, come spesso gli capita, sulla scena internazionale. Il tycoon ha perso le elezioni contro Joe Biden, pur non riconoscendo per diverse volte la sconfitta. E’ stato anche molto chiacchierato in tema Covid-19, per la gestione per certi versi molto superficiale della pandemia, che ha visto l’America come uno dei territori maggiormente interessati. Eppure, non si smette di parlare del Presidente uscente degli Stati Uniti d’America.
E’ noto quanto Trump abbia fatto di Twitter una vera e propria arma elettorale. Le controversie con il noto social network sono ormai di dominio pubblico, ma questa volta i fatti non riguardano tweet oscurati o incentrati su dichiarazioni discutibili da parte del repubblicano. Sta facendo discutere, infatti, il processo a un hacker che per ben due volte è riuscito a evadere la sicurezza del Presidente uscente, semplicemente indovinando la password. Di seguito tutti i dettagli e gli esiti giudiziari della vicenda.
LEGGI ANCHE >>> Uno degli ultimi gesti di Trump da presidente ha scatenato il caos – VIDEO
Victor Gevers, questo il nome dell’hacker che in due occasioni è riuscito ad accedere all’account Twitter di Donald Trump. La prima volta è stata nel 2016, quando l’uomo ha semplicemente inserito “yourefired” come password, riuscendo ad accedere. La frase era uno dei marchi del tycoon ai tempi del programma “The Apprentice”. Nella seconda occasione, confermata anche dalle autorità olandesi è, invece, avvenuta lo scorso 16 ottobre, quando l’hacker è riuscito a indovinare la password in soli cinque tentativi inserendo “maga2020!”, sigla dello slogan “Make America Great Again”.
Le autorità olandesi, in ogni caso, hanno deciso di non perseguire l’uomo. Egli, infatti, essendo un esperto in sicurezza informatica avrebbe agito senza secondi fini, se non dimostrare le falle nella sicurezza del profilo del Presidente. Il fatto, però, continua a far discutere, dato che l’uomo sarebbe potuto entrare facilmente in possesso di dati sensibili.