Un iceberg di 4.200 km quadrati sta per schiantarsi su un isola nell’Atlantico meridionale: le conseguenze potrebbero essere devastanti.
Nella parte meridionale dell’Oceano Atlantico c’è un iceberg grande quasi quanto il Molise alla deriva. Gli scienziati hanno dato un nome, A68a, a questa enorme massa di ghiaccio larga 4.200 km quadrati che sta navigando la parte meridionale dell’Atlantico. L’iceberg è nato nel 2017 dal distaccamento di una parte della Piattaforma di Ghiaccio Larsen C, in Antartide: al momento del distacco misurava 5.800 km quadrati.
Un vero e proprio titano di ghiaccio, che secondo gli scienziati si schianterà nelle prossime settimane contro l’isola della Georgia del Sud. L’isola, divenuta famosa nel 1985 durante la Guerra delle Falkland tra Argentina e Regno Unito, è poco più piccola di A68a. Per questo gli scienziati temono un disastro ambientale di grandi proporzioni: ci sarebbero a rischio oltre 2 milioni di pinguini che abitano l’isola.
Lo scioglimento del ghiaccio, formato da acqua dolce, ucciderebbe infatti il krill di cui si nutrono i pinguini. Non rischiano solo i pinguini: nel suo percorso l’iceberg, che ha una parte sommersa di 200 metri, metterebbe in serio pericolo l’habitat marino circostante. Per questo motivo alcuni ricercatori britannici stanno raggiungendo l’arcipelago nel sud dell’Atlantico, con lo scopo di studiare da vicino il fenomeno.
L’impatto dell’iceberg A68a rischia di produrre conseguenze che segneranno l’ecosistema dell’Atlantico Meridionale per almeno un decennio. Eppure in questi tre anni non c’è stato modo di fermare l’avanzata lenta e inesorabile di questa enorme massa di ghiaccio, nonostante i numerosi studi. Nel caso di una distruzione dell’iceberg infatti i rischi per l’ambiente sarebbero stati più dei benefici.
Eppure non tutto è perduto, almeno per ora. Ci sono altri due scenari che gli scienziati prevedono come possibili, anche se meno probabili del tragico schianto. L’iceberg infatti potrebbe sgretolarsi durante l’avvicinamento all’isola della Georgia del Sud, perdendo la capacità di galleggiare e inabissandosi al largo. Un altro scenario è che la corrente circumpolare, che lo ha portato quasi all’impatto, lo “intrappoli” al largo dell’isola senza permettergli di scontrarsi con la terraferma.