Lo scorso settembre la vicenda di cronaca nera che aveva sconvolto l’Italia, quella legata ai due fidanzati uccisi a Lecce da Antonio De Marco, che ora rischia veramente grosso.
Lo scorso 21 settembre il delitto che sconvolse non solo Lecce, ma l’Italia tutta. L’efferato omicidio di due fidanzati (Eleonora Manta e Daniele De Santis) che, nella propria abitazione, furono barbaramente uccisi a colpi di coltellate da un assassino rivelatosi poi un loro ex coinquilino. Il motivo passionale, di gelosia, alla base di tutto: Antonio De Marco, il killer, non sopportava la felicità che caratterizzava la relazione e la vita dei due giovani fidanzati, al punto da meditarne nei minimi particolari l’omicidio.
De Marco si era studiato tutto: percorso, modus operandi, tempistiche; in modo da non poter lasciare traccia della sua azione. Qualcosa però è andato storto e dopo qualche giorno di indagine gli inquirenti sono arrivati a lui, studente di medicina apparentemente “normale” ma con un mostro dentro di sé. Reo confesso, De Marco è stato portato in prigione dove è stato messo in isolamento. Misura cautelare, sia in virtù delle norme anti Covid che per evitare aggressioni da parte di altri detenuti, alla quale non è più sottoposto. Con tutti i rischi del caso.
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Ha ucciso i fidanzati di Lecce, ora rischia “violenze”
Negli ultimi giorni De Marco è stato trasferito nella sezione a custodia ordinaria, ma si trova in una cella singola e, benché strettamente sorvegliato dalle guardie, rischierebbe rappresaglie da parte di altri detenuti. Non è escluso, inoltre, che possa compiere anche gesti autolesionistici. Per questo la sorveglianza per lui è stata intensificata, per evitare anche contatti con gli altri prigionieri del carcere.
L’assassino, reo confesso dell’omicidio e apparentemente mai pentito del suo gesto, è stato accusato di duplice omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. “So di aver sbagliato, ma erano troppi felici e per questo mi è montata la rabbia” la sua “giustificazione” durante uno dei primi interrogatori.