Dramma a Catania: un uomo ha dato fuoco alla comunità “Tenda di S. Camillo” per nascondere l’omicidio di Fra Leonardo Grasso.
Una brutta vicenda di cronaca arriva da Catania. La comunità “Tenda di San Camillo”, che da tempo accoglie i malati di AIDS per fornire loro assistenza, ha infatti subito una terribile perdita. Il fondatore fra Leonardo Grasso infatti è morto nella notte del 5 dicembre nella sua comunità a seguito di un incendio. La vicenda però sta assumendo in queste ore i contorni di un brutto caso di cronaca: sembra infatti che dietro la morte del religioso ci sia un omicidio.
Quando i Vigili del Fuoco sono intervenuti infatti hanno notato che l’auto del frate era scomparsa. Grazie all’antifurto satellitare gli investigatori hanno scoperto che l’auto era stata rubata. Dopo poche ore le forze dell’ordine hanno trovato l’auto e l’autore del furto, un 52enne ospite della struttura. Durante l’interrogatorio l’uomo ha ammesso l’omicidio, anche se il suo racconto non ha convinto a pieno gli inquirenti.
Catania, appiccato incendio a comunità: morto Fratel Leonardo Grasso https://t.co/0AhT62r4uu
— il Fatto Nisseno (@IlFattoNisseno) December 5, 2020
Omicidio a Catania, il racconto dell’indagato non convince
Gli inquirenti guidati dal sostituto procuratore Angelo Brugaletta hanno interrogato nelle scorse ore l’unico indagato, per il momento, per la morte di frate Leonardo Grasso. Il 52enne ospite della struttura, già noto alle autorità per alcuni piccoli furti commessi nella provincia di Catania, ha confessato l’omicidio del religioso. Nel suo racconto però ci sono alcuni aspetti che non hanno convinto a pieno gli inquirenti.
Secondo il suo racconto infatti l’uomo avrebbe versato della benzina sul frate per poi appicare le fiamme, ma non lo avrebbe picchiato. Questa ricostruzione dei fatti però non è compatibile con i rilievi della scientifica, che hanno trovato tracce di sangue nella camera da letto di fra Grosso. Per questo motivo il Tribunale ha disposto l’autopsia sul cadavere della vittima al fine di accertare una volta per tutte la causa del decesso.
Al momento il 52enne ex ospite della struttura rimane in arresto con l’accusa di omicidio e incendio doloso. A ricordare il frate, che aveva 78 anni, sia il vescovo di Acireale Antonio Raspanti che il comitato Arcigay di Catania, che a lungo aveva collaborato con l’uomo nella lotta all’AIDS.