Da martedì la somministrazione del vaccino Covid firmato Pfizer in Gran Bretagna, ieri la Russia ha iniziato con il suo farmaco: lo Sputnik. In Italia si dibatte sull’eventuale obbligatorietà.
Gran Bretagna e Russia i Paesi che hanno anticipato la somministrazione del farmaco anti Covid. Se Mosca ha iniziato ieri la vaccinazione con la cura creata e finalizzata “in casa” (emblematico il nome, Sputnik); il Governo Johnson inaugurerà la nuova frontiera europea contro il virus da martedì. Dopodomani infatti in Gran Bretagna inizierà a essere somministrato il vaccino a operatori sanitari e anziani, le categorie più a rischio.
Nonostante l’ammonimento di Bruxelles, che ha invitato il Paese della Regina ad attendere test più affidabili della cura, oltre Manica si procederà alla somministrazione già nella settimana che sta per entrare. In Italia le prime dosi arriveranno nella seconda metà di gennaio e, come da “protocollo” i primi a essere vaccinati saranno gli operatori sanitari e le fasce della popolazione più anziane. Si continua a discutere, però, dell’eventuale obbligatorietà.
Vaccino Covid, obbligatorio per immunità di gregge?
In Italia in tanti si dicono titubanti circa la reale efficacia di un farmaco creato e finalizzato solo in pochi mesi. Per questo molti hanno dichiarato, stando a diversi sondaggi, di non volersi vaccinare con le dosi che arriveranno già nel primo trimestre dell’anno. Il Governo per questo motivo sta pensando di rendere obbligatoria la somministrazione ad alcune categorie di persone, così da favorire l’immunità di gregge. Operatori sanitari e dipendenti pubblici sarebbero, secondo alcune valutazioni, coloro ai quali il vaccino sarebbe reso obbligatorio.
Il fronte attendista, nel nostro Paese, raggiungerebbe quasi il 60% della popolazione, soglia necessaria per l’immunità di gregge. Secondo uno studio Ipsos in Italia 4 persone su 10 non si “fiderebbero” delle prime versioni del vaccino e preferirebbero attendere qualche mese prima di sottoporsi alla cura.
Il fronte “attendista” è però più nutrito in Francia, dove 5 cittadini su 10 si dicono scettici. Cala il rapporto in Germania (circa 3 su 10) e nel Regno Unito (circa 2 su 10).
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