A distanza di quasi due settimane dalla sua morte, la scomparsa di Diego Maradona porta con sé una scia di polemiche e accuse destinata a protrarsi per molto tempo.
La coda che segue la controversa morte di Diego Maradona è destinata a lasciare una scia ancora lunga. Dopo i tre giorni di lutto nazionale che hanno interessato tutta l’Argentina, il cordoglio e la sofferenza della popolazione hanno lasciato posto alla rabbia dell’opinione pubblica. Rabbia contro i medici, che non avrebbero assistito a dovere l’ex campione di calcio, alimentata dalle indagini sulla scomparsa del dies albiceleste. Sin da subito, o quasi, sono emersi vari punti oscuri attorno alla morte di Maradona; vicende non chiare che gli inquirenti stanno pian piano portando alla luce.
La bufera si è abbattuta sul personale medico che avrebbe dovuto prendersi cura dell’ex giocatore del Napoli dopo la delicata operazione al cervello di circa un mese fa. In particolar modo al centro di tutto ci sarebbe l’assistente medico personale di Maradona, quel Luque che sembra non averla raccontata chiara.
Ricoverato più di un mese fa per un edema celebrale, Maradona non sarebbe stato operato dal suo medico personale Luque (come fino a poco fa si era creduto). Diego, poi, una volta rientrato nella sua casa di Tigre (dove poi è morto), non sarebbe stato assistito a dovere. Le immagini dell’abitazione dell’ex calciatore hanno fatto il giro del mondo, mettendo in luce lo stato grave incuria in cui era tenuto lo spazio riservato a Maradona. Secondo quanto sta emergendo dalle indagini “il paziente non era monitorato, non era sottoposto a continuo controllo medico” come invece le sue condizioni avrebbero richiesto.
L’inchiesta della procura di San Isidro evidenzia il grave comportamento dei medici che dovevano assistere il paziente, in particolar modo dello stesso Luque. “Grave incuria” emerge dalle indagini e, a undici giorni dalla scomparsa della leggenda argentina, si definiscono anche le accuse a livello penale: omicidio colposo.
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