Tra pochi giorni la Gran Bretagna inizierà la somministrazione del vaccino anti Covid. Per fine gennaio distribuzione anche in Italia. Scatta però l’allarme: “Mancano gli aerei”.
La corsa alla distribuzione del vaccino Covid è appena iniziata. Circa un mese fa l’annuncio della Pfizer, seguito da altre case farmaceutiche, della finalizzazione del farmaco anti Coronavirus. In breve tempo si è comprensibilmente alzato il dibattito circa i tempi di arrivo delle prime dosi che, fanno sapere da più fronti, in Italia dovrebbero essere disponibili da metà/fine gennaio. In Gran Bretagna però anticipano i tempi: la somministrazione della cura, a operatori sanitari e anziani, comincerà già la prossima settimana.
Il tutto nonostante i dubbi di Bruxelles, che ha invitato (senza risultato) il governo Johnson ad attendere qualche settimana per ulteriori dati sull’efficacia del vaccino. In molti infatti sono dubbiosi circa una cura sviluppata in pochi mesi, preoccupati dagli eventuali effetti collaterali che il farmaco può avere sulle persone.
A questo si aggiunge anche la difficoltà del trasporto del vaccino: si è parlato della catena del freddo, non semplice da garantire, ma ora scatta un nuovo allarme: mancano gli aerei.
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È direttamente la Iata, l’associazione delle compagnie aeree, a lanciare il nuovo allarme: per il trasporto dei vaccini non ci sarebbero velivoli sufficienti. Gli aerei, che giocheranno un ruolo chiave nella distribuzione delle dosi del farmaco, non sarebbero in numero adeguato per il “trasporto di massa”. Secondo i calcoli, infatti, servirebbero almeno ottomila Boeing 747, peccato però che a disposizione ce ne sarebbero appena mille.
Per raggiugnere in tempi adeguati ogni angolo del pianeta, per la distribuzione alla popolazione del farmaco, “… bisognerebbe riempire – comunica in una nota la Iata – 8.000 Boeing 747 di fialette. Oggi, tanto per essere chiari, non ci sono nemmeno mille di questi aerei”.
Considerando poi che, almeno nei primi mesi, servirà sicuramente la doppia somministrazione (con il richiamo necessario dopo poche settimane), ecco che anche il numero di aerei impegnati dovrebbe raddoppiare. Anche se ci fosse un numero di fialette sufficienti a vaccinare gran parte della popolazione mondiale, insomma, non ci sarebbero abbastanza aerei in grado di trasportarle.