Il Covid continua a fare le sue innumerevoli vittime quotidiane: nelle ultime ore è morto anche il boss Salvatore Genovese. Era detenuto nel carcere di Opera, a Milano.
Come tutti ben sanno, non si ferma il numero di decessi per Covid. Uno tsunami che continua ad andare avanti da ormai tutto l’anno. E che anno potremmo dire! Un’altra situazione catastrofica in relazione alla vicenda del coronavirus è quella delle carceri italiane, dove il virus sembra dilagare a macchia d’olio. Molti volti noti della cultura italiana, come Roberto Saviano, hanno chiesto dei netti interventi.
Proprio in una delle tante strutture carcerarie italiane, esattamente in quella di Opera, a Milano, è morto uno dei boss siciliani più “famoso” degli ultimi anni: Salvatore Genovese. Quest’ultimo si spegne all’età di 77 anni proprio a causa del Covid. Fu arrestato dalla Dia nel 2000, dopo un periodo di latitanza, come spesso accade a tutti quei boss “coperti” fino all’ultimo colpo.
Non solo il boss morto per Covid: la situazione carceraria è una bomba a orologeria
Parliamo sempre di Salvatore Genovese. Come poc’anzi detto fu arrestato dalla Dia nel 2000, esattamente vent’anni fa. Come spesso accade in altre situazioni ove vengono acciuffati i boss più importanti sulla lista dello Stato, era nascosto vicino al suo paese, San Giuseppe Jato, in provincia di Palermo. Precisamente in un casolare della contrada Manara, tra San Giuseppe Jato e Monreale. Ora, la salma, tornerà nel suo comune di nascita e lì verrà sepolto.
Ma oltre alla morte del boss, ricordiamo per Covid, c’è una situazione carceraria che sembra far acqua da tutte le parti. Più che acqua è un fuoco di una bomba a orologeria pronto ad accendersi e infiammare la situazione. Da mesi, le autorità garanti, i sindacati della polizia e ora anche qualche intellettuale come Roberto Saviano chiedono un intervento dello Stato molto più massiccio. I contagi crescono a macchia d’olio. Basti pensare che nella sola Regione Lombardia si è raggiunto un picco di 156 detenuti positivi.