Una scelta discutibile da parte della SSC Napoli che ha già sollevato più di un malumore sui social
Questione di tatto, di eleganza, di sensibilità. Cose che Napoli ha dimostrato alla grandissima in occasione della morte di Diego Armando Maradona. Una serie di tributi meravigliosi hanno inondato la città d’amore, il giorno in cui D10S è salito al cielo e anche nei giorni successivi. Uno tsunami d’affetto dei tifosi nei confronti del loro idolo. La Napoli più bella ha creato un museo a cielo aperto all’esterno dello Stadio San Paolo, e non solo. Fiori, messaggi e tanti, tantissimi cimeli: cuore ed originalità, non certo una novità per una città che Maradona l’ha accolto e l’ha amato come un profeta, in un legame che è sempre andato ben oltre il calcio.
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Dalla maglia ’10’ al gesto di Mertens: i tributi del Napoli a Maradona
Napoli città, quindi, è stata semplicemente ineccepibile, con buona pace di chi ha avuto da ridire su assembramenti (nella stragrande maggioranza dei casi con mascherina, ndr) e possibili contagi. Ma IL Napoli, invece, come si è comportato? Così così, almeno fino ad oggi. De Laurentiis a caldo ha avuto parole non proprio impeccabili, poi corrette ampiamente nella lettera del giorno dopo, dove è stato delicato e rispettoso al punto giusto.
Poi alcune iniziative personali dei calciatori, come il bellissimo omaggio di Insigne prima di Napoli-Rijeka o quello di Mertens, che a fine partita, a notte fonda, è andato a portare dei fiori ai Quartieri spagnoli sotto il murales dedicato a Diego. Il Napoli ha mandato in campo tutti con la maglia numero 10 dedicata a Maradona, ha regalato qualche momento (scarno, in verità) di commemorazione nelle due partite con Rijeka e Roma. Male male alcuni dei calciatori, da Lozano a Fabiàn Ruiz: esultanze decisamente eccessive e sorrisi sicuramente evitabili al momento del gol. Ma sarebbe il minimo.
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La maglia “argentina” del Napoli a 10 euro in più: era proprio il caso?
Questione di tatto, dicevamo. Di eleganza, di sensibilità. Quella che è mancata al Napoli e alla Kappa, che hanno rovinato un bel gesto con il vile denaro. Un gesto che in realtà è stata un’operazione anche piuttosto opportunistica: per Napoli-Roma gli azzurri sono scesi in campo con una (bellissima) maglia che ricordava in molti tratti quella dell’Argentina di Maradona. Ingresso in campo con la 10 sulle spalle e poi la magia in campo, con la vittoria per 4-0 e apertura delle ‘danze’ con una punizione magistrale di capitan Insigne. Peccato che quella maglia fosse già in cantiere ben prima della morte del Pibe de Oro e che solo a posteriori sia stata “dedicata” a lui.
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Ma non sarebbe neppure questo il vero problema: l’iniziativa poteva anche essere notevole, nonostante tutto. Il disastro è arrivato quando poi quella maglia è stata messa in vendita sullo store ufficiale del Napoli, insieme alle altre. Legittimo, per carità, ma a molti non è sfuggito il confronto con le maglie “normali”: quelle 10 euro in più che, tutto considerato, suona davvero male. Un maldestro tentativo di monetizzare sul nome del campione che Napoli ha tanto amato, con un sovrapprezzo evitabilissimo in un momento così difficile per la città. Naturalmente in tanti saranno già pronti a prenotare la maglia celebrativa, nonostante la “tassa” imposta dal Napoli. Ma la domanda, come si dice in questi casi, nasce spontanea: era proprio il caso di lucrare ulteriormente su una tragedia epocale e sull’amore dei tifosi per il loro idolo?
Tutto questo per 10 miseri euro in più. A volerla vedere con ironia si potrebbe obiettare che anche i 10 euro siano un tributo al numero 10. Il problema è che qui di ironico non c’è proprio nulla. Guardare per credere.
