Quanto tempo si è contagiosi al covid. Picchi di contagiosità e di infettività, la risposta degli esperti dopo le ricerche condotte
Una domanda che fin dall’inizio della pandemia ha diviso e creato dibattiti. Quanto tempo si è contagiosi? Qual è il momento in cui si è più contagiosi al covid? A queste e altre domande hanno risposto alcuni ricercatori, pubblicando i risultati su The Lancet. I loro studi, 79 sul Sars-Cov-2, e 8 sul Sars-Cov (Sars), hanno riguardato appunto il periodo di maggiore contagiosità dei positivi.
Dai loro studi è emerso che il periodo di maggiore infettività, sarebbero i due giorni precedenti alla comparsa dei sintomi, fino al quinto giorno dal manifestarsi della malattia. Dunque i primi 5 giorni di infezione risulterebbero essenziali per la trasmissione da individuo a individuo, causa per cui la diffusione del Covid-19 è stata maggiore a quella della Sars. Il picco, secondo i ricercatori invece, coinciderebbe con il manifestarsi dei sintomi.
Secondo la ricerca di The Lancet, il virus non vivrebbe più di 9 giorni. I pazienti sono dunque contagiosi per lo più nei primi 5 giorni, difficilmente restano infetti oltre il nono. Dai 79 studi è emerso infatti che in nessun caso il virus è risultato vivo dopo 9 giorni, ma al massimo si rilevavano materiali genetici del virus in gola, nel sangue e nelle feci.
Nel dettaglio, era presente in media fino a 17 giorni nelle vie respiratorie (durata massima rilevata 83 giorni). Anche i pazienti con sintomi meno gravi dunque, impiegherebbero almeno 7 giorni a eliminare il virus. Il virus è scomparso nei pazienti esaminati in media in 17,0 giorni nel tratto respiratorio superiore, 17,2 giorni nelle feci e 14,6 giorni nel tratto respiratorio inferiore. Ovviamente dalla durata della contagiosità e della permanenza del virus nei contagiati, dipende la durata della quarantena. Un parametro ancora non del tutto uniforme nel mondo e in Europa.