La lotta al Covid è entrata nella fase cruciale, alla ricerca di un vaccino che possa battere il virus. Una giornalista ha partecipato alla sperimentazione e ha raccontato com’è andata
Il nuovo Coronavirus continua a imperversare in tutto il mondo, causando un gran numero di contagi e decessi. In Italia, la seconda ondata è stata implacabile e ha costretto il Governo a ingenti misure restrittive. L’istituzione di zone rosse, arancioni e gialle sta limitando in maniera importante la vita di tutti noi. Le ricadute immediate sono per il sistema sanitario, costretto a combattere la saturazione delle terapie intensive, fino al temuto collasso. Anche dal punto di vista sociale, però, i danni sono ingenti: la popolazione è allo stremo.
In un quadro del genere, l’unica soluzione definitiva sembra essere l’arrivo di un vaccino. Sono tre le principali sperimentazioni che stanno andando avanti: Oxford-Astra Zeneca, Pfizer e Moderna. Gli studi si basano sulla forte presenza da parte di volontari, assoluti protagonisti dei trial. Leila Macor di AFP a Miami è una di questi volontari: ha spiegato com’è andata.
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La donna spiega in un primo momento le motivazioni che l’hanno portata a questa decisione: “Mio padre morì, da solo, come molti hanno fatto durante la pandemia poche settimane prima che iniziassero le sperimentazioni. Io soffro di asma con tutte le complicazioni che seguirebbero a un eventuale contagio. L’idea di fare qualcosa per aiutare a tenere sotto controllo la pandemia mi ha dato un po’ di pace interiore“. Leila Maicor parla poi dei criteri di selezione: “Chiunque era idoneo se svolgeva lavori ad alto rischio: medici, tassisti e giornalisti. Così ho preso appuntamento per un martedì di metà agosto”. Leila Macor racconta inoltre di quanto avesse voglia di sapere se le fosse stato iniettato il placebo o il vaccino.
Poi ripercorre anche le modalità in cui le due dosi le sono state iniettate: “La prima iniezione non mi ha fatto male. Mi hanno portato in una sala d’attesa e rimasta mezz’ora in osservazione. La seconda dose è arrivata a metà settembre. Ha fatto molto più male e il dolore si è protratto per un po’ di tempo. Un piccolo bozzo rosso e di consistenza dura è apparso sul punto dell’iniezione. Non ho ancora idea se fosse il placebo o il vaccino: devo aspettare che Moderna me lo dica”.
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