La seconda ondata non lascia tregua alla popolazione mondiale. Il pianeta intero attende novità sul vaccino per il Covid -19, ma nelle ultime ore sarebbero sorti nuovi problemi. Ecco i dettagli
Le ultime settimane sono state decisamente complicate nella gestione della pandemia da Covid-19. Dopo un’estate in ribasso, il nuovo Coronavirus è tornato a imperversare violentemente in autunno, causando una nuova impennata di contagi e un gran numero di vittime. Il Governo è costretto a valutare attentamente la situazione e ha istituito delle zone rosse e arancioni per tentare di contenere la pandemia.
Giuseppe Conte ha dichiarato nelle ultime ore, in un’intervista al ‘Tg5’, di aspettarsi a breve un Rt a 1, che potrebbe portare un allentamento delle misure restrittive. La situazione, però, resta importante in tutta Italia e il Natale dovrà essere necessariamente diverso da tutti gli altri e all’insegna della prudenza. Non si può pensare, infatti, a un liberi tutti che potrebbe causare una terza ondata invernale e compromettere in maniera definitiva la tenuta del sistema sanitario. La soluzione, probabilmente definitiva, resta l’arrivo di un vaccino su scala mondiale: scopriamo le ultime novità a riguardo.
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Covid, occhio al vaccino Oxford: richiede ulteriori studi
In tal senso, è importante registrare un piccolo intoppo per quanto riguarda uno dei vaccini più promettenti: stiamo parlando di Oxford-Astra Zeneca, sperimentazione a cui sta partecipando anche l’Irbm di Pomezia. In un’intervista rilasciata a ‘Bloomberg’, Pascal Soriot, l’amministratore delegato di AstraZeneca ha dichiarato che serviranno ulteriori studi sul vaccino. Parole doverose in seguito ai dubbi della comunità scientifica dopo i risultati ottenuti dai test della fase 3. Si parlava, infatti, di un’efficacia tra il 62% e il 90% a seconda dei tipi di dosaggio, con un 70% medio circa. Il vaccino andrà ora testato su un numero più ampio di persone per valutarne l’attendibilità su un gruppo più numeroso: verrà somministrata mezza dose e poi un’intera fiala dopo quattro settimane. Da Astra Zeneca, in ogni caso, sono convinti che i nuovi test non dovrebbero ritardare l’approvazione del vaccino da parte delle agenzie regolatorie.
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