Nel bel mezzo della lotta al Covid, e nel pieno della seconda ondata del virus, tutto il mondo è in attesa dell’unica arma che può dare una svolta a questa battaglia: il vaccino. Dagli USA però l’allarme: “Prossima pandemia sarà peggiore”.
Se in patria è stato soprannominato Bad News Mike un motivo, forse, ci sarà. È anche vero che il virologo ed epimediologo statunitense Michael T. Osterholm, direttore del Center for Infectious Disease Research and Policy (CIDRAP) all’Università del Minnesota, di “profezie” ne ha sbagliate poche. Quindi, stando alle sue recenti dichiarazioni, c’è da preoccuparsi.
Appena nominato da Joe Biden tra i membri del COVID-19 Advisory Board, il professor Osterholm ha voluto “battezzare” questa nuova carica con una dichiarazione allarmante sul futuro. Un futuro che va oltre la battaglia al Covid, che con il vaccino potremo “capovolgere” a nostro vantaggio, e che riguarda una possibile nuova pandemia che seguirà quella del Coronavirus.
Per la sua previsione il Osterholm si basa su dati sia medici che storici, affermando come dopo il Covid è prevista “una pandemia peggiore” che, aggiunge, se dovesse essere simile a quella scoppiata nel 1918 (la famosa spagnola) potrebbe colpire i giovani tra i 18 e i 30 anni.
Covid, in arrivo pandemia peggiore che colpirà i giovani?
“Non posso dire con certezza che la prossima pandemia sarà più grave di questa” sostiene l’epimediologo statunitense provando a dare una sua previsione. L’affermazione seguente, però, è di quelle nette: “Prima o poi ne arriverà una peggiore“. Non proprio le parole che tutti vogliono sentirsi dire nel pieno dell’emergenza Covid; dichiarazioni che gettano più di qualche ombra sul futuro della medicina e dell’umanità.
Osterholm ammette anche come tra qualche anno, magari prima della nuova pandemia prevista, la medicina stessa avrà raggiunto livelli che permetteranno di elaborare un vaccino “universale” utile contro qualsiasi tipo di influenza.
“Merito“, per così dire, dello sviluppo scientifico reso necessario dalla stessa emergenza Covid. “Tutto quello che stiamo sperimentando oggi deve essere registrato per poterci essere utile in futuro” ha dichiarato Osterholm in un’intervista a La Repubblica.