Era il dicembre del 2006 quando la cittadina di Erba balzò agli onori della cronaca italiana per una strage lì compiutasi. E, con lei, anche i nomi di Olindo Romano e Rosa Bazzi, arrestati per omicidio. Processo da rifare?
Sono passati ben 16 anni dalla strage di Erba, da quando l’11 dicembre del 2016 nella cittadina in provincia di Como vennero uccisi in una strage famigliare Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, tutti fatti fuori a sprangate e coltellate senza un chiaro motivo apparente. Si trattata per due terzi della famiglia di Azouz Marzouk, tunisino che ad Erba si era fatto una vita e una famiglia. In un colpo solo la moglie, il figlio e la nonna del piccolo di appena due anni.
Vennero ben presto fermati, interrogati e poi arrestati due vicini di casa delle vittime: Olindo Romano e Rosa Bazzi. Entrambi si dichiararono innocenti in un primo momento, fornendo come alibi una cena in un McDonald’s della zona. Le indagini però li inchiodarono ed entrambi furono condannati all’ergastolo. Più di qualcosa però nelle indagini stesse però non quadra, come ripetuto anche ieri sera in un approfondimento delle Iene.
Strage di Erba, “Olindo e Rosa sono innocenti”
A lanciare l’appello a favore dei due è proprio Azouz Marzouk, l’uomo che in quella fredda sera di dicembre si vide improvvisamente privato dei suoi affetti più cari. Il tunisino, che la notte della strage si trovata nel suo Paese, attraverso i suoi avvocati rilascia delle parole che, a distanza di molti anni dagli avvenimenti, hanno del clamoroso. Marzouk è attualmente sul tavolo degli imputati a Milano con l’accusa di calunnia contro Olindo e Rosa e, tramite i legali, afferma come i coniugi Romano in realtà siano innocenti, rivelando la necessità di riaprire “il caso perché gli assassini della mia famiglia sono ancora liberi“.
Il tutto a poche ore da un servizio andato in onda ieri sera a Le Iene, dove un tunisino ha dichiarato come dietro la strage di Erba ci sarebbe un regolamento di conti tra clan appunto tunisine e marocchine. Anche secondo Abdi Kais, questo il nome del nuovo testimone, i coniugi Romano sarebbero innocenti.