Ha parlato dal carcere di Bollate, Massimo Bossetti, sostenendo ancora una volta la sua innocenza. A distanza di 10 anni, l’omicidio di Yara continua a far discutere
Una delle pagine di cronaca nera più inquietanti della storia del nostro Paese. L’omicidio di Yara Gambirasio continua a far discutere a distanza di anni. Sono passati esattamente 10 anni da quel tragico giorno, quando la piccola 13enne scompare nel nulla in quel di Brembate. Eppure, Massimo Bossetti, continua a professarsi innocente.
Le sue ultime dichiarazioni, direttamente dalla sua cella a Bollate rese note dall’avvocato Claudio Salvagni, continuano a destare scalpore e a fare notizia. Si dice innocente, come sempre durante tutti questi anni, il carpentiere bergamasco, che ha dichiarato: “Non c’è giustizia per Yara”. Poi ricorda di non voler uscire di prigione per un cavillo burocratico, ma per la sua assoluta innocenza.
Direttamente dal carcere di Bollate Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha ancora una volta dichiarato la sua innocenza. Non ha mai smesso di crederci in effetti il carpentiere accusato d’omicidio. L’uomo continua la sua personale battaglia contro le prove che di fatto lo hanno inchiodato. Attende, insieme all’avvocato Salvagni, che la Cassazione si pronunci sul ricorso presentato, dopo la negazione della Corte di Bergamo della visione dei referti.
Una prova del Dna che Bossetti definisce “strampalata”. In caso di approvazione del ricorso – richiesto dagli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini – la possibilità per la prima volta di revisionare il processo dunque. Un ricorso richiesto proprio per le prove del Dna trovate sul corpo della vittima. Il Dna nucleare dell’uomo, corrisponde a quello di “Ignoto 1”, rilevato sugli indumenti di Yara. Bossetti viene arrestato nel 2014, a 3 anni di distanza dal ritrovamento del corpo della giovane vittima.