Da giorni ormai si parla del prossimo arrivo in Italia, ma non solo, del vaccino anti Covid. Tre case farmaceutiche hanno perfezionato la cura che dovrebbe arrivare a fine gennaio. C’è qualche scettico.
L’annuncio del prossimo arrivo del vaccino Covid ha riacceso le speranze in una lotta, quella al virus, che si preannuncia ancora molto lunga e difficile da combattere. Tuttavia prima la Pfizer, poi la Moderna e AstraZeneca sono attese alla prova del nove, con la somministrazione umana delle prime dosi del vaccino anti Coronavirus. Dagli annunci, sia delle case farmaceutiche stesse che di esponenti politici, si presume che la cura possa arrivare, dapprima in piccole tranche, alla fine di gennaio.
C’è però chi sostiene che queste dichiarazioni siano state solo una sorta di propaganda e che, in realtà, le dosi iniziali del vaccino arriveranno qualche settimana dopo. Operatori sanitari e anziani, quindi, dovranno “scordarsi” la somministrazione annunciata per gennaio? È quanto dichiarato dal professor Galli, responsabile del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano.
Galli: “Vaccino Covid? Dubito a gennaio”
A gettare qualche ombra sul prossimo arrivo del vaccino anti Covid è il professor Galli, del Sacco di Milano. Il virologo dubita che già a gennaio possano essere disponibili le prime dosi, al contrario di quanto già annunciato su più fronti a riguardo. “C’è la realtà e ci sono le dichiarazioni, che sono una cosa diversa” ha detto Galli in un’intervista televisiva.
Di fronte a un primo piccolo, ma significativo, calo dei contagi in molti hanno avanzato la proposta di poter riaprire le scuole già all’inizio di dicembre. Meno didattica a distanza e più lezioni in presenza quindi, ipotesi però dalla quale Galli vuole mettere in guardia, ammettendone la pericolosità. “Sarebbe più serio riaprire direttamente a gennaio” confessa il dottore, sostenendo come l’emergenza sia pronta a ripartire con maggiore forza se si dovesse perdere il controllo della situazione.
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