Il Covid continua a colpire in tutto il mondo. Le festività natalizie sono alle porte e l’Ibiza delle nevi è nell’occhio del ciclone
Il Covid continua a mietere vittime giorno dopo giorno in tutto il mondo, così come la curva dei contagi non accenna a diminuire in tutto il Mondo. Si spera e si guarda con ottimismo all’arrivo dei vaccini – già tre annunci da case farmaceutiche statunitensi ed europee, senza considerare quelli russi – che potrà mettere fine alla pandemia.
C’è, però, da resistere ancora qualche mese, probabilmente fino alla primavera inoltrata oppure all’estate, quando un buon numero di vaccini sarà stato erogato e somministrato. Al momento, quindi, si cerca di ridurre i contagi con misure restrittive in tutto il mondo, compreso lockdown più o meno rigidi nei vari Paesi.
In vista delle festività natalizie, già si studia la possibilità di riaprire – almeno parzialmente – alcune attività. In Italia si discute circa gli impianti sciistici; è un problema comune a tutti i Paesi europei chiamati a studiare soluzioni in grado di evitare contagi ma salvare la stagione invernale.
L’Austria, con le sue piste da sci e le sue montagne, fa certamente del turismo alpino e sciistico una delle maggiori entrate. Tra l’altro, la località di Ischgl è rinomata in tutto il Vecchio Continente, ribattezzata l’Ibiza delle nevi, un po’ come le italiane Madonna di Campiglio e Cortina d’Ampezzo.
Kurz, cancelliere austriaco, pur di salvare la stagione e riaprire gli impianti, è deciso ad uno screening massiccio, considerato come uno studio abbia indicato in Ischgl uno dei più grandi focolai della prima ondata, quella dello scorso marzo.
Secondo alcune ricerche, la località è stato uno dei primi e più vasti cluster d’Europa, con ben il 42% della popolazione entrata in contatto con il Covid; addirittura contagi partiti da Ischgl e diffusi in 45 Paesi. In Norvegia 491 casi dei 1.198 positivi nello scorso marzo provenivano dall’Austria, ma tutto il Nord Europa è stato colpito.
L’obiettivo del Paese è, quindi, evitare una nuova diffusione massiccia del virus nella località della Val di Paznaun.