Il virus è entrato prepotentemente anche nel mondo del calcio, italiano e non. Tanti i protagonisti del mondo del pallone affetti dal virus negli ultimi mesi, in Bulgaria muore un allenatore per Covid.
In principio, lo scorso marzo, in Italia il primo giocatore a risultare positivo al Covid fu Daniele Rugani. Poi, in casa bianconera, seguirono i casi Matuidi e Dybala, prima che il virus si espandesse a macchia d’olio tra i calciatori delle altre squadre e colpisse anche club all’estero. Fortunatamente tutti i protagonisti del mondo del calcio a essere stati colpiti dal virus si sono poi ripresi nel giro di poche settimane. In Italia abbiamo, di recente, negli occhi il caso di Pioli al Milan, ancora alle prese con il Covid e in attesa di essere negativizzato.
Non ha superato però la malattia un allenatore in Bulgaria: il tecnico aveva contratto il Coronarivus poche settimane fa e in una forma particolarmente aggressiva. Lui era Nikola Spasov, 61 anni, guida del Montana.
Nikola Spasov,l’allenatore morto per Covid: doppia broncopolomite
Nikola Spasov si è spento all’età di 61 anni nell’ospedale dove era ricoverato da qualche giorno. Una morte improvvisa, considerando soprattutto che il tecnico del Montana (club che attualmente comanda il campionato bulgaro) doveva essere dimesso in poche ore. Spasov è stato colpito da una doppia broncopolmonite, problema che sembrava aver superato, tanto che era atteso a un ritorno nella sua abitazione. Un improvviso aggravarsi delle condizioni però ha portato alla morte del tecnico.
Tutto il mondo del calcio bulgaro, ma non solo, è rimasto sconvolto da questa notizia. Spasov lascia una squadra in vetta al campionato e in lotta per il titolo come mai prima nella sua storia. Nel massimo campionato, infatti, il miglior piazzamento del club è il nono posto.
Ora il posto da allenatore in prima è rimasto vacante, il presidente della squadra dovrà presto sostituire lo scomparso Spasov.
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