Il figlio gay vuole fare la comunione ma la chiesa non glielo permette: la famiglia decide di rispondere fondando una nuova associazione
Un episodio in chiesa che non è rimasto indifferente alla famiglia di Francesco, giovane ragazzo gay di Mestre. Infatti più di 20 anni fa Francesco decise di fare la comunione in chiesa, ma gli fu negata proprio perché omosessuale. Così la famiglia del ragazzo, da sempre fortemente credente, si trova costretta a prendere una decisione ed opta per sostenere il figlio. Infatti il padre del ragazzo, Roberto, dichiara di non aver avuto dubbi e di aver deciso di allontanarsi dalla chiesa. La loro fede però non cessa e decidono così, dopo 20 anni, di fare qualcosa per sensibilizzare la chiesa sull’argomento omosessualità. Parte così la fondazione della nuova associazione ‘Lgbt Siamo tutti figli di Dio’.
Famiglia di Mestre messa davanti ad un bivio molto importante 20 anni fa, sostenere il figlio o continuare a frequentare quella chiesa che non lo accetta perché è gay. Così dopo essersi allontanati dalla chiesa per due decenni, la famiglia decide di non restare zitta davanti a questa esclusione ingiustificata e decide di fondare una nuova associazione chiamata ‘Lgbt Siamo tutti figli di Dio‘. Tutto nasce grazie alle testimonianze di altre famiglie che sono state escluse perché omosessuali. Roberto in un’intervista al ‘Gazzettino’ dichiara: “Noi diciamo ‘omoaffettivi’, perché hanno un’affettività superiore e non dobbiamo discriminarli. Loro non sono sbagliati e se sono così è perché Dio li ha voluti così. Intanto l’associazione ha ottenuto di essere ricevuta da Papa Francesco, dal vescovo di Treviso e dal patriarca di Venezia. Dunque un piccolo passo verso un’apertura al mondo omosessuale che potrebbe rivelarsi una grande rivoluzione.