Era chiamato all’incontro più difficile, stavolta però da combattersi al di fuori del ring. Domingo Roldan però non ce l’ha fatta ed è morto per complicanze dovute dal Covid.
In carriera, tra gli anni settanta e ottanta, aveva registrato un invidiabile score di 67 incontri vinti su 75 totali disputati. Un ruolino impressionante per il “Martello” Domingo Roldan, pugile di origini argentine. Chiamato a combattere il match più difficile, però, l’ex sportivo non ce l’ha fatta e alla fine di una lunga lotta ha ceduto al Covid. O meglio, a complicanze di patologie precedenti dovute al Coronavirus. Aveva 63 anni ed era ricoverato in ospedale dallo scorso 12 novembre nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Cordoba. Dove è venuto a mancare nella giornata di ieri.
Soprannominato il “Martello” per la sua potenza, Roldan non ce l’ha fatta a sconfiggere il Covid e le complicanze di altre malattie che, poi, lo hanno portato alla morte. Fu pugile attivo soprattutto negli anni ottanta, quanto per tre volte fu sfidante per il titolo di campione del mondo nei pesi medi.
Un curriculum invidiabile quello di Roldan sul ring. 75 incontri disputati, 67 vinti di cui 47 per ko. Cinque sconfitte, due pareggi e uno senza verdetto. Roldan era nato nel 1957 e da quasi due settimane era ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Cordoba, dove poi è morto.
Fu attivo per 10 anni, dal 1978 al 1988 e andò per tre volte a un passo dalla vittoria del titolo di campione del mondo dei pesi medi. Nel 1984 sfidò a Las Vegas Marvin Hagler per il titolo mondiale, venendo sconfitto da The Marvellous alla decima ripresa. Gli altri due match per il titolo furono contro Thomas Hearns nel 1987 e da Michael Nunn nel 1988 in quello che fu il suo ultimo incontro.
Una volta fu protagonista di un esibizione contro un orso in un mini incontro di due round della durata di due minuti.
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